Sabato 18 gennaio
punto info contro retate sui tram, decoro urbano e droni spia
ore 10,30 a Porta Palazzo
Niente tornelli, basta controllori e retate su tram e bus
Tram e bus gratuiti per tutti!
Ogni giorno chi non può permettersi il lusso di viaggiare in auto spera di pescare per caso la carta giusta, spera nell’arrivo di un bus poco affollato, di trovare un posto a sedere, un angolo per le sporte della spesa, una breve pausa, prima di correre al lavoro, a scuola, a casa, a prendere i figli o ad assistere gli anziani.
Il gioco è truccato e le carte buone sono rare.
Gli autobus e i tram sono sempre più affollati, sporchi, privi di manutenzione.
Ma il peggio è stato, anno dopo anno, il diradarsi dei passaggi alle fermate, il ridursi delle linee, l’aumento del costo dei biglietti.
Tanti non pagano. Non ce la fanno a trovare 1 euro e 70 per una corsa. Paiono pochi ma sono molti per chi vive di lavori precari, malpagati e ha bisogno di soldi per il fitto, la luce, il gas.
Il biglietto di tram, bus e metro sale, aumentano i controlli per stanare i viaggiatori clandestini, quelli che non hanno i soldi per il biglietto, ma si devono spostare per mettere insieme il pranzo con la cena.
I nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.
In agosto hanno comperato 74 bus meno inquinanti ma del tutto insufficienti a coprire i tanti buchi. Sulla linea 18 il servizio, già precario, è ancora peggiorato. In compenso i nuovi bus sono tutti predisposti per i tornelli.
Il controllo militare delle periferie torinesi ha fatto un salto di qualità. Nel mirino la periferia nord, san Salvario, Collegno
La linea del 4, tra le più affollate della città, che attraversa da Falchera a Miarafiori è finita nel mirino della Questura. Con scenari da guerra civile. Quattro tram bloccati per ore a fine giornata, quando sono più affollati. Cani antidroga, controllori a caccia di senza biglietto, mentre la polizia saliva sul tram per bloccare tutti gli stranieri per indagini etnicamente mirate. Bottino? Qualche persona che non aveva fatto in tempo a bippare al volo, qualche altra con una cannetta in tasca.
Scene simili si sono ripetute sul 51 sempre in Barriera, sul 18 a San Salvario, sul 57 e il 18 ad Aurora, sul 77 e l’11 a borgo Vittoria, Sul 32 tra Collegno e Pianezza, sul 51 a Falchera.
Vogliono cacciare i più poveri dai mezzi pubblici, abituare alla presenza della polizia in vista del montaggio dei tornelli, fare paura. Un episodio di guerra di classe. Senza se e senza ma.
L’amministrazione Appendino ha scatenato la sua guerra ai poveri. In dicembre ha disposto lo sgombero degli ambulanti abusivi dall’area di San Pietro in Vincoli, dove c’era il mercato della roba vecchia, che per tanti è un’importante, se non l’unica, fonte di reddito. Continua, in sordina, a colpi di sgomberi di baracche e fogli di via, la cacciate dei rom da via Germagnano.
Ci raccontano che stanno riqualificando le periferie, che i nostri quartieri saranno più belli da vivere. Non ci dicono però che in queste periferie per turisti, studenti, ricchi professionisti, non c’è più posto per chi ci abita ora. Si moltiplicano i bed & breakfast e diminuiscono le case, aumentano i fitti e i prezzi nei negozi. La chiamano riqualificazione, ma ha il sapore amaro dell’occupazione militare, del controllo, dei posti di blocco, delle retate di senza documenti.
Torino si è trasformata da città dell’auto a vetrina di grandi eventi, un grande Luna Park per turisti. Fanno festa per le gare di tennis che arricchiranno i commercianti del centro, mentre noi aspettiamo stanchi autobus e tram stracolmi. Puntano sui grandi eventi, mentre le scuole cadono a pezzi e noi non abbiamo i soldi per pagare la mensa ai nostri figli e nipoti.
Scommettono sul turismo, mentre noi aspettiamo mesi per una visita medica o un esame.
È la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.
Appendino e i suoi raccontano di voler tutelare l’ambiente, ma si limitano a far cassa tra ztl allargata e zone blu a pagamento dappertutto. Eppure solo un trasporto realmente pubblico, gratuito ed efficiente, potrebbe scalfire il trasporto privato individuale, incentivare, riducendo il traffico, l’uso della bicicletta. Solo così potrebbe migliorare un pochino l’aria che respiriamo, avvelenata dai tanti impianti nocivi, che si guardano bene dal controllare e chiudere.
Bus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.
Riprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.
Con la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.
Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 – riunioni ogni giovedì alle 21