Sabato prossimo il popolo No Tav tornerà in piazza a Susa. Disinformazione, menzogna esplicita, persino la calunnia sono state armi ampiamente usate contro il movimento No Tav.
Il tema è quello consueto. La tesi è sempre la stessa: la maggioranza dei No Tav sarebbe ostaggio di una minoranza di violenti. Il movimento è fatto di brave persone disponibili a manifestare pacificamente, senza provare ad inceppare i meccanismi del cantiere. Suonano questa canzone con infinite variazioni da moltissimi anni, ma non riescono mai a darle la giusta intonazione. Il movimento li ha sempre smentiti. Con le parole e, soprattutto, con i fatti.
Gli ultimi mesi sono stati durissimi. La violenza della polizia e la stretta repressiva sono il segno esplicito della volontà di dare una spallata definitiva al movimento, di spingerlo a suon di manganellate ed arresti su un piano meramente testimoniale.
L’azione di disinformazione lavora ai fianchi il movimento, cercando di diffondere un sentimento di sconfitta, insistendo sui successi dello Stato nell’imporre l’avvio dei lavori per il tunnel geognostico. Difficile credere ad una vittoria che si gioca sulle armi, senza scalfire l’opposizione popolare all’opera. Lo scopo non è convincere ma vincere e per vincere occorre diffondere lo sconforto, suscitare l’idea che i giochi siano fatti, che la partita si sta chiudendo.
In agosto hanno deciso di inviare in Clarea altri 225 soldati. In questo modo il presidio militare sale a 450 effettivi, ai quali bisogna aggiungere centinaia di poliziotti, carabinieri, guardie di finanza.
Il controllo militare della Valle e, in particolare della città di Susa, è diventato asfissiante. Ogni giorno ci sono posti di blocco sulle principali arterie di comunicazione. Perquisizioni, fermi, accuse e processi si moltiplicano.
Il governo si prepara alla firma dell’accordo italo-francese per la Torino Lyon. La data fissata da tempo è il 20 novembre. Dalla sponda francese arrivano da oltre un anno segnali di incertezza sull’utilità e la sostenibilità economica della nuova linea transalpina. Gli esperti della Commissione Mobilità hanno di fatto confermato le tesi dei No Tav sul sottoutilizzo della linea attuale. Non solo. Persino l’AD di Trenitalia Moretti ha dichiarato che il trasporto merci su gomma è e resterà più competitivo di quello su rotaia. D’altra parte, sebbene l’Italia e la Francia abbiano costi autostradali proibitivi, quelli per il trasporto su ferrovia sono poco convenienti persino con l’attuale linea. Impossibile pensare che l’alta velocità i cui costi di ammortamento saranno enormi, possa essere competitiva.
Il trasferimento modale dalla gomma al ferro resta un’utopia mal formulata di fronte all’avvio dei lavori per il raddoppio del tunnel autostradale del Freius, in una valle dove la proposta di contingentamento dei Tir sul modello valdostano non ha mai avuto gambe per correre.
Nel testo dell’accordo in approvazione al parlamento italiano è scritto in modo chiaro che l’intesa non riguarda l’avvio dei lavori. La firma del 20 a Roma sarà un atto poco più che simbolico.
Il governo non fa marcia indietro, cercandosi un’altra mangiatoia per finanziare i partito, perché la bandiera con il treno crociato è comparsa nelle manifestazioni di ogni dove. E’ diventata sintomo di resistenza, di speranza che un altro ordine politico e sociale sia possibile. Per questo il governo vuole vincere ad ogni costo, per questo la valle di Susa è stata serrata in una morsa feroce.
Contro lo sperpero di denaro pubblico, contro la repressione politica, mediatica, istituzionale del movimento, per scuole, ospedali, trasporti pubblici il movimento scenderà in piazza il 16 novembre. Una manifestazione popolare per dire, ancora una volta, che il popolo No Tav ha resistito e continuarà a resistere attivamente alla realizzazione di un’opera inutile, costosa, dannosa per l’ambiente e la salute di tutti.
Appuntamento alle 13 in piazza D’armi a Susa – dietro la stazione FS.
Ascolta l’intervista a radio Blackout di Alberto Perino, intervistato ieri prima della partecipatissima assemblea organizzata a Torino dai vari comitati della città.
La stessa sera, di fronte alla caserma degli alpini di Rivoli, nuovo apericena a sorpresa dei No Tav.
Ascolta il racconto fatto a Blackout da Monica del comitato di Giaglione.
Ascolta la diretta:
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