Sabato 10 novembre ore 10
Volantinaggio all’Ikea di Collegno in solidarietà ai lavoratori in lotta pestati dalla polizia e licenziati dalla polizia.
Solidarietà con i lavoratori Ikea di Piacenza
Botte e licenziamenti
Ikea vende un’immagine di azienda vicina alla gente, aperta alle proposte, vicina alle esigenze di chi lavora ma è solo una patina, un’operazione pubblicitaria.
I lavoratori che non si adeguano ai ritmi e allo stile Ikea vengono fatti fuori. Senza apparire, perché il lavoro sporco lo fanno le cooperative cui vengono appaltati i lavori di facchinaggio.
L’area logistica di Piacenza è una distesa enorme di capannoni e edifici anonimi. Col minimo comune denominatore dello sfruttamento. Il magazzino Ikea è l’emblema del nuovo schiavismo: contratti non rispettati, minacce di licenziamento, salari pagati la metà di quella prevista.
Da quasi un mese i lavoratori del deposito centrale Ikea di Piacenza sono in lotta per migliori condizioni di lavoro e per un salario dignitoso. Sono in buona parte immigrati e, quindi, più ricattabili: in questo paese se perdi il lavoro, perdi il permesso di soggiorno e rischi di essere espulso, anche se vivi qui da molti anni, anche se i tuoi figli sono nati qui.
La risposta alle lotte è stata chiara: manganellate, botte, lacrimogeni e licenziamenti. Più volte la polizia è intervenuta per sciogliere con la violenza i picchetti, spaccando teste e mandando la gente all’ospedale. Nelle foto diffuse dai media e dai blog si vedono i lavoratori seduti in terra, picchiati e gasati dagli uomini dell’antisommossa.
Ma la lotta dei lavoratori prosegue: nemmeno le manganellate, le botte e i lacrimogeni la fermano.
Il blocco delle merci è quasi quotidiano, mercoledì un corteo ha attraversato la città di Piacenza.
Nei giorni scorsi Ikea ha annunciato una riduzione del lavoro a causa delle proteste: immediatamente il consorzio CGS ha prospettato 107 licenziamenti che si aggiungono ai 14 licenziati delle scorse settimane. Una vera serrata per obbligare i lavoratori a cedere, per metterli gli uni contro gli altri.
A Piacenza la solidarietà dei lavoratori di altre cooperative della logistica, di lavoratori di altri settori ha consentito ai facchini in lotta di resistere alla violenza e ai ricatti.
La solidarietà tra gli sfruttati è l’arma più forte contro chi si fa ricco sulla nostra vita.
Chi visita i negozi Ikea spera di trovare i mobili a meno prezzo. In tempi di crisi, di precarietà del lavoro, di riduzione del salario, di aumento dei prezzi risparmiare qualche soldo è importante. Ma ancora più importante è sapere che lavoratori e padroni non stanno sulla stessa barca. Noi siamo incatenati al remo, mentre il padrone si gode i frutti delle nostre fatiche: per lui la crisi non c’è.
Chi va all’Ikea è un lavoratore sfruttato come quelli che a Piacenza lottano per vivere un po’ meglio.
Ciascuno di noi può fare qualcosa per dare una mano ad altri lavoratori. Chi sa? Magari entrare ma comperare un altro giorno.
Forse l’Ikea, che bada solo al profitto e non all’etica, capirà che licenziare non le conviene più tanto.
Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torino
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