Contro lo sgombero
contro gli sfratti
contro la violenza poliziesca
per una casa e la libertà di movimento per tutti e tutte.
Lunedì 12 ottobre
ore 17 piazza Palazzo di città
Si avvicina lo sgombero del campo rom di lungo Stura Lazio, dove nel 2013 vivevano oltre 1.000 persone senza casa. La cooperativa Valdocco, capofila del progetto la “Città possibile”, portato avanti da Comune di Torino, Prefettura, associazioni e cooperative che si sono spartiti una torta di circa 5 milioni di Euro, ha dichiarato ai giornali che entro fine ottobre la parola passerà alle ruspe.
In realtà le ruspe “a bassa intensità” non hanno mai smesso di lavorare nella baraccopoli, smontata pezzo a pezzo, dopo lo sgombero violento di cento persone dell 26 febbraio.
In estate i vigili urbani, l’esercito e la Croce Rossa hanno monitorato le presenze al campo, accompagnando le ruspe che abbattevano le baracche di chi è stato deportato “volontariamente” in Romania con il miraggio di 300 euro. In quest’ultimo anno tante altre baracche sono state buttate giù, imponendo a chi le abitava di “collaborare” alla distruzione, per dimostrare la propria volontà di “superare” il campo.
Questi hanno ottenuto in cambio un monolocale a 250 euro al mese, come le 13 famiglie spostate nel social housing di corso Vigevano, di proprietà del Ras delle soffitte Giorgio Molino, dal quale saranno sfrattate a fine novembre.
Le famiglie “meritevoli” nelle case, le altre deportate in Romania o sgomberate. Come se il “campo” fosse una scelta naturale per i rom ed i gagi che da anni vivono in baracca, e non una necessità imposta dalla povertà, dallo sfruttamento e dalla discriminazione. Persone senza casa a cui viene applicata arbitrariamente l’etichetta di “nomadi” per giustificarne la ghettizzazione.
Entro la fine dell’anno sarà tutto finito. Baraccopoli demolita, sfratti eseguiti, famiglie in strada, cinque milioni di euro assorbiti dalle associazioni coinvolte nell’operazione “la città possibile”. Oltre a Valdocco, AIZO, Terra del Fuoco, Stranaidea, Liberi Tutti, Croce Rossa.
Due anni dopo l’inizio del progetto, l’obiettivo è ormai chiaro a tutti: sgomberare il campo rom non autorizzato più grande d’Europa, senza offrire nessuna alternativa abitativa.
Chi, come la famiglia di Aramis, ha provato a tornare alle baracche lungo la Stura, si è trovato di fronte vigili urbani, che non hanno esitato ad usare spray urticanti, estrarre pistole, mollare pugni, immobilizzare al suolo e arrestare.
Ma qualcosa si sta muovendo.
In maggio centinaia di abitanti della baraccopoli di via Germagnano hanno bloccato l’ennesimo corteo razzista in Barriera di Milano.
Gli abitanti delle baracche di lungo Stura Lazio e quelli del social housing di corso Vigevano hanno deciso di scendere in strada, di fare un corteo.
Per approfondimenti ascolta l’intervista all’info di RBO di Cecilia di Gatto Nero Gatto Rosso
Abitanti della baraccopoli di lungo Stura Lazio, abitanti del social housing di corso Vigevano, assemblea Gatto Nero Gatto Rosso e solidali