La Procura torinese ha attuato un ulteriore salto di qualità nella repressione degli attivisti No Tav.
L’accusa di terrorismo per atti di mero sabotaggio non violento, la detenzione in regime di isolamento, il trattenimento e la censura della posta, e, da ultimo, il blocco dei colloqui con amici e parenti sono il segno di un irrigidimento disciplinare da tempi di guerra.
D’altra parte, quando c’é il filo spinato, l’occupazione militare, i blindati, i lacrimogeni, i reduci dell’Afganistan, la guerra c’é già. In guerra è normale che la popolazione venga oppressa e chi resiste sia trattato da terrorista.
Sabato 1 febbraio – ore 15,30/19 – punto info solidale in via Po 16