Giovedì 30 ottobre
ore 18
presidio al consolato francese di Torino
in via Roma 366 – quasi all’angolo con piazza Carlo Felice
Si chiamava Remi. Uno studente di Tolosa colpito a morte da una granata assordante durante una notte di assedio al cantiere per la diga di Sivens.
La polizia francese le chiama armi non letali. Ma fanno male. Tanti sono stati feriti, Remi invece è morto. Un omicidio di Stato.
Aveva 21 anni. Non lo conoscevamo, ma era uno di noi. Uno dei tanti che hanno scelto di mettersi di mezzo, di lottare contro l’imposizione di un’opera inutile e costosa. Contro la distruzione di una zona umida, per un’agricoltura misurata sulla qualità, non sul peso, per una vita libera dalla feroce logica del profitto.
La piccola dimensione, l’autogestione dei territori e delle proprie vite, un’idea di relazioni sociali che rifiuta il profitto e sceglie la solidarietà, un’utopia concreta per tanti, in ogni dove, uniti al di là delle frontiere che separano gli uomini e le donne ma non le merci.
Leggendo i racconti di chi era in quei boschi, la mente è corsa ai nostri boschi, alle nostre valli, alla nostra lotta.
Cosa è successo?
Sabato 25 ottobre era stata indetta una manifestazione al cantiere per la costruzione della diga di Sivens. Quest’opera è contrastata dagli ambientalisti e dai piccoli agricoltori della zona. La diga servirebbe gli interessi di alcune grandi aziende agricole e distruggerebbe l’unica zona umida della zona.
La ditta che ha fatto “l’inchiesta pubblica” per la realizzazione dell’opera, una procedura di consultazione tipica della Francia, è la medesima che si è aggiudicata l’appalto e dovrebbe gestire la diga a lavori ultimati. Una mano lava l’altra e poi si fanno la faccia pulita.
Siamo nel Tarn, nella zona pirenaica a ovest di Tolosa.
Qui è sorta da diversi mesi una ZAD, Zone A Defendre, un’area occupata da accampamenti, casette sugli alberi, tende, per tentare di impedire il disboscamento preliminare all’inizio dei lavori per la diga, che dovrebbe fornire acqua per le coltivazioni intensive di mais.
In questi mesi gli attacchi alla ZAD si sono susseguiti in un crescendo di violenza poliziesca. Tra i resistenti della ZAD era forte la convinzione che prima o poi ci sarebbe scappato il morto.
E’ successo nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre. La notte precedente c’era stata un’azione di sabotaggio: un generatore di corrente era andato a fuoco.
Migliaia di manifestanti provenienti da tutta la Francia hanno partecipato all’iniziativa contro la diga e in solidarietà con chi resiste nei boschi. Una grande manifestazione popolare.
Al termine del corteo qualche centinaio di attivisti aveva proseguito per l’area di cantiere vietata e blindata dalla polizia. Dal tardo pomeriggio a notte inoltrata ci sono stati scontri con la polizia. Le truppe dell’antisommossa hanno usato gas lacrimogeni, pallottole di gomma e granate “per rompere l’accerchiamento”. Le cariche nel bosco si sono susseguite per ore. Molti manifestanti, almeno una ventina, sono stati feriti dalle granate, altri invece sono stati colpiti da pallottole di gomma e lacrimogeni. Il tiro ad altezza d’uomo non è una specialità esclusiva della polizia italiana.
Tra le due e le tre Remi è stato trovato morto da vigili del fuoco e gendarmi.
Remi si trovava nei pressi degli sbarramenti della polizia e si è accasciato dopo un lancio di granate. Secondo il governo non sarebbero letali.
Domenica sera c’é stata una prima manifestazione di protesta a Gaillac e un’altra a Toulose: entrambe sono state disperse con la violenza dalla polizia.
Migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni contro la violenza di Stato che si sono svolte in decine di città francesi. Il governo ha deciso di sospendere i lavori per la diga per tre giorni: la ZAD è stata rioccupata e si prepara alla resistenza.
Potete trovare informazioni e aggiornamenti su questi siti.
Il collettivo contro la diga “Tant qu’il y aura des bouilles”
Sull’esperienza libertaria della ZAD del Testet sull’ultimo numero di Le Monde Libertaire c’è un interessante articolo di Iannis Vouluntas. Lo trovate qui.