Siamo tutti pazzi pericolosi!
Con questo striscione il collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” di Torino parteciperà al corteo del 28 marzo a Reggio Emilia.
Di seguito il testo di indizione della rete antipsichiatrica
Chiudiamo tutti i manicomi!
Liberiamoci dalla psichiatria!
No opg, no rems, no psichiatria!
Sabato 28 marzo ore 14,30 corteo a Reggio Emilia.
Partenza da piazza Gioberti – al termine del corteo saluto sotto l’OPG
Esistono muri, a volte invisibili, che dividono la normalità dalla “follia”. Sono costruiti dal potere e rafforzati dal deserto che si trova al loro esterno.
La presunta, prorogata più volte, chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) lascerà spazio all’istituzione delle Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza (REMS). Cambia il nome, gli internati sono deportati, gli appalti assegnati e lo slancio riformista soddisfatto. Ma le nuove strutture conservano la medesima attitudine repressiva e il concetto stesso di manicomialità, perpetuandone lo stigma. Lungi dal rappresentare un indebolimento della psichiatria, ne sono la continuazione aggiornata, calibrata su modelli detentivi improntati a esternalizzazione e privatizzazione, come avvenuto per i CIE.
Da questa prospettiva, si intravede un sistema detentivo sempre più articolato in cui i concetti arbitrari di “malattia mentale” e “pericolosità sociale” acquistano maggior rilievo, avallati da perizie mediche incontrastabili. È importante e urgente riconoscere il ruolo centrale che ricopre la psichiatria nella nostra società, come uno dei mezzi più violenti, invisibili, versatili e repressivi in mano al potere.
A Reggio Emilia sono concentrati i principali organi repressivi e di detenzione quali: tribunale di Sorveglianza, Carcere, Opg, le Strutture ad Alta Sorveglianza Psichiatrica e sono già in costruzione le future Rems.
Le mura possono essere di cemento o chimiche, possono essere utilizzate per punire o per prevenire. Non esistono compromessi: i corpi e le menti non si rinchiudono.
Distruggiamo i manicomi, liberiamoci dalla psichiatria: perché i nostri pensieri siano sempre più pericolosi per chi li vorrebbe incatenati