La strage di Ankara – 128 morti e centinaia di feriti – è l’ultimo atto della strategia del terrore del governo islamista di Erdogan.
Le bombe uccidono e spaventano. Erdogan ne profitta per mettere ancora sotto assedio e coprifuoco i quartieri e i villaggi che hanno proclamato l’autonomia e resistono agli attacchi dell’esercito turco.
La stessa possibilità di manifestare potrebbe essere limitata in nome della “sicurezza”.
Nonostante la violenza di Stato, gli attacchi durante i funerali, i bombardamenti, lo sciopero generale del 12 ottobre ha paralizzato tante città turche e curde. Le manifestazioni sono state caricate e gasate, ma vanno avanti.
Anche a Torino la comunità curda ha lanciato un appello per una manifestazione martedì 13 ottobre alle 17,30 da piazza Carlo Felice.
Nella strage di Ankara sono morti anche due anarchici, il ferroviere e sindacalista Ali Kitapçı, e Tayfun Benol del DAF, la Federazione Anarchica Turca.