Da qualche mese la lotta contro la Torino Lyon sta contagiando anche il versante francese. Da quando il governo ha reso noto il progetto definitivo della nuova linea, nei paesi interessati all’opera si sono costituiti comitati di lotta, che stanno facendo i primi passi.
Significativo che l’associazione degli industriali francesi, il Medef, abbia chiesto al governo di fare in fretta ad avviare i lavori, perché temono che la protesta popolare monti, mettendo a rischio i loro affari.
Un primo appuntamento è stata la manifestazione del 9 giugno a Chambery, dove i nuovi comitati, insieme agli altri collettivi e associazioni hanno dato vita ad una giornata di informazione e lotta.
L’appuntamento era al parc Verney, in pieno centro storico, dove era stata allestita una mostra informativa, banchetti di libri e una distribuzione di cibo ad offerta libera.
Da Torino e dalla Valle Susa sono partite alcune macchinate.
Dopo il pranzo si è svolta un’assemblea molto partecipata, nella quale sono state evidenziate le ragioni dell’opposizione all’opera, che, in Italia come in Francia sono sempre le stesse: devastazione ambientale, distruzione di falde acquifere, danni alla salute, furto di denaro pubblico per fini privati.
La prefettura aveva vietato il corteo per le vie del centro, con il pretesto delle elezioni in programma il giorno successivo, ma i No Tav non si sono fatti intimidire. Vinte alcune titubanze iniziali ci siamo diretti nel centro cittadino, in buona parte pedonalizzato, armati di bandiere e striscioni. In apertura era scritto. “No alla Torino Lyon. Ne qui né altrove”.
Il corteo era scortato da un drappello di gendarmi con naso rosso, stivali di gomma, parrucca colorata e fucili ad acqua.
Anche a Chambery non poteva mancare una versione subalpina e picaresca della Clown Army.