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Asciugare il lago

Sabato 14 gennaio. Un centinaio di antifascisti ha animato un presidio in piazza Carlo Felice, organizzato dalla FAI torinese e dal Collettivo Anarchico Studentesco, il Cast.
Discreta la presenza della Digos, assenti i fascistelli, che di solito frequentano la zona nella speranza di intercettare qualche anarchico isolato per usare gli unici argomenti che sono capaci di articolare.
Ascolta il resoconto della giornata su radio Blackout radio Blackout

Sempre su radio Blackout nello spazio domenicale di Anarres ascolta la chiacchierata con Pietro Stara  su leghisti, fascisti, cultura dell’esclusione Qualche immagine della giornata:

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Di seguito il volantino della FAI torinese.
Il fascismo torna: aggressioni, leggi razziste, pogrom
Asciugare il lago
C’è chi crede che il fascismo sia finito il 25 aprile del 1945, quando l’insurrezione della nostra città pose termine a vent’anni di dittatura. Non è così. Il fascismo colpisce ogni giorno.
Le squadracce si chiamano ronde, le leggi razziste pacchetti “sicurezza”, le “leggi speciali” sono divenute “normali”, i CIE, i centri per immigrati senza documenti, sono i lager del nuovo secolo. I profughi muoiono in mare.
Si moltiplicano le aggressioni verso antifascisti, immigrati, omosessuali, senza casa. Un lento stillicidio. Solo gli episodi più gravi mostrano l’iceberg che mostruosamente si è formato sotto la superficie di una società dimentica della solidarietà, imbarbarita dal ritorno di un ciarpame che credevamo sepolto.

C’è voluta la strage di Firenze per mostrare che nel nostro paese ci sono gruppi dichiaratamente xenofobi, che propagandano la violenza verso i “nati altrove”.
Dicono che l’assassino era un uomo triste, solo, depresso. Il solito matto. Peccato che il “matto” fosse un fascista dichiarato, un antisemita che negava i lager e le camere a gas.
Quando i “matti” vanno al potere è troppo tardi per fermare la barbarie. Una barbarie che è già qui, già oggi. La barbarie leghista, fascista, razzista siede da anni nei banchi del governo. Non illudetevi che ci siano governi migliori, perché le basi delle leggi razziste le hanno scritte governi di centro sinistra, gli stessi che hanno sdoganato i fascisti torturatori ed assassini di Salò, gli stessi che hanno dato i primi colpi di piccone alle tutele conquistate in decenni dai lavoratori di questo paese.
Non è chiudendone le sedi o sciogliendone le organizzazioni che si ferma il fascismo, perché i fascisti, quelli volgari che pestano ed uccidono come quelli che in parlamento hanno varato le leggi razziali di questo nostro secolo, galleggiano in un lago che cresce ogni giorno nelle periferie dove la crisi ha affondato con forza i suoi denti. Quel lago va asciugato. Fermarli è possibile. Dipende da ciascuno di noi.
L’Italia sta scivolando verso un baratro. Il fascismo ritorna, ritorna nelle strade, ritorna nelle leggi razziste e liberticide, ritorna, e questo è il peggio, tra noi tutti, gente comune che fa fatica ad arrivare a fine mese.
Un mese fa a Torino c’è stato un pogrom razzista. È bastata la bugia di una ragazzina, che si è inventata uno stupro per scatenare la folla che ha incendiato il campo rom della Continassa. La segretaria dei Democratici torinesi Brangantini ha preso le distanze dal corteo indetto per “ripulire” la Continassa, ma quella sera sfilava in prima fila. Con lei c’era tanta “brava gente” accecata dall’odio razzista.
Quando si punta il dito su un intero popolo, quando tutti sono colpevoli perché due sono sospettati di aver stuprato una ragazza, il passo successivo sono le deportazioni, i lager, le camere a gas. La pulizia etnica. Se sei diverso e povero la tua vita diventa sempre più difficile. Questo è il fascismo.

Da anni i pogrom incendiano l’Italia. Bruciano le baracche e corrodono la coscienza civile.
Qualcuno agisce, troppi plaudono silenti e rancorosi, certi che saranno più sicuri. Al riparo dalla povertà degli ultimi.
Forse pensate che a voi non capiterà mai. Provate ad immaginare. Un giorno il padrone vi licenzia, la banca si prende la casa, la strada inghiotte voi e i vostri figli.
Sarà il vostro turno. Ma allora non ci sarà più nessuno capace di indignazione, capace di rivolta.
Provate a ricordare. Torino ha saputo in altri tempi rovesciare il fronte della guerra tra poveri, del razzismo verso gli immigrati meridionali. Nelle lotte per la case e per le scuole, per i trasporti e per i servizi, per il salario e la riduzione di orario, la gente, quella nata qua e quella nata altrove, si è riconosciuta parte della stessa razza, la razza di chi lotta per un mondo di libertà e uguaglianza. Padroni e governo hanno condotto una guerra feroce per piegare e disciplinare le nostre periferie. Libertà e tutele sono andate in fumo.
Il nemico, quello vero, è il padrone che sfrutta, è il politico che decide per noi, che punta sulla guerra tra poveri per garantirsi la pace sociale.
Cerchiamo insieme di costruire un futuro diverso da questo presente di incubo.

Posted in antifascismo, torino.

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