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I No Tav arrestati protestano: 5 trasferiti per punizione. Riesame: restano in carcere Giorgio e Luca, domiciliari per Zeno e Federico

Giovedì 9 febbraio. Il No Tav non si arresta. Nemmeno in carcere. Alle Vallette martedì scorso quattro dei No Tav arrestati il 26 gennaio per le giornate di lotta e di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio hanno protestato attivamente contro la cancellazione delle ore di “socialità” concesse dall’amministrazione penitenziaria.
La vendetta non si è fatta attendere: questa mattina l’anarchico Tobia Imperato è stato trasferito nel carcere di Cuneo.
Secondo quanto scrivono i quotidiani La Stampa e CronacaQui direttori e secondini delle carceri di mezza Italia non vorrebbero i detenuti No Tav, perché sono diventati punto di riferimento per gli altri prigionieri e la situazione, già incandescente per il sovraffollamento, rischia di dilagare in proteste più ampie.

Aggiornamento ore 11,39. Luca Cientanni è stato trasferito nel carcere di Ivrea.
Questa mattina, lo riferisce l’avvocato Lamacchia, il tribunale del riesame si è pronunciato sulle richieste di scarcerazione dei quattro No Tav per i quali c’è stata l’udienza il 6 febbraio. Luca Cientanni e Giorgio Rossetto restano in carcere, a Federico Guido e Zeno Rocca sono stati concessi i domiciliari.
L’udienza del riesame per gli altri No Tav è stata fissata il 13 febbraio: l’esito si saprà il prossimo fine settimana.
Giungono notizie dal carcere da Gabriela Avossa, le cui condizioni di detenzione sono particolarmente dure: è rinchiusa in una cella senza finestre e dorme in un letto pieno di pulci.

Aggiornamento. Altri tre No Tav trasferiti per punizione: Matteo Grieco – Mambo – nel carcere di Alessandria, Giorgio Rossetto è stato portato in quello di Saluzzo, Jacopo Bindi è ad Alba

Un motivo in più per essere in tanti alla manifestazione del 25 febbraio da Bussoleno a Susa – dove ci sarà lo spezzone rosso e nero dell’anarchismo sociale.

Di seguito la lettera dalle Vallette di Tobia Imperato e Giorgio Rossetto sulla protesta di martedì 7 febbraio:
A tutti i compagni/e
Vogliamo farvi sapere che ieri, mentre si svolgeva il concerto davanti al carcere, noi abbiamo dato corso a una protesta contro le pesanti condizioni di agibilità interna.
Al detenuto spettano, per disposizione ministeriale, 4 ore d’aria. In più sono concesse 2 ore di socialità, in cui i detenuti dovrebbero, appunto, socializzare tra loro.
Fino a poco tempo fa in queste ore venivano aperte le celle e si poteva passeggiare nel corridoio o, volendo, entrare in un’altra cella. Ultimamente ci fanno uscire e, dopo un quarto d’ora, ci fanno entrare nelle celle in cui vogliamo stare.
In questi giorni d’emergenza freddo è impossibile uscire all’aria anche perché i cortili sono invasi dalla neve e non si sono attrezzati con scarpe adatte. Se non vai all’aria ti obbligano a stare chiuso in cella.
Ieri sera, nella nostra sezione le condizioni sono state inasprite. Invece di aprire tutte le celle contemporaneamente venivano aperte una alla volta, ti portavano alla cella che volevi e ti richiudevano nuovamente.
Quando ci hanno aperto noi (Tobia e Giorgio) siamo rimasti in corridoio rifiutando di farci nuovamente rinchiudere. Allora han provato a metterci contro gli altri, dicendo che fino a quando noi eravamo in corridoio non avrebbero più aperto a nessuno. Dopo esserci consultati con gli altri detenuti, abbiamo deciso di non desistere.
Dopo un po’ di minacce, hanno chiamato la squadretta, composta da mezza dozzina di agenti nerboruti, con il chiaro intento di intimidirci. Al nostro netto rifiuto di rientrare in cella, ci hanno presi di peso e sbattuti dentro, senza però usare violenza.
Dopo una decina di minuti siamo stati convocati dal Direttore che, con modi gentili e molto paternalismo si lamentava che era la terza protesta di questo tipo che avevano messo in atto.
Noi, dopo aver precisato che non volevamo favori ne privilegi personali, abbiamo presentato a nome di tutti i detenuti della sezione una serie di richieste di agibilità minima.
Il direttore ha risposto che ci avrebbe riflettuto sopra e ci avrebbe fatto sapere.
Adesso stiamo valutando il da farsi.
Come i banchieri cercano di far pagare la crisi ai lavoratori, in carcere si cerca di far pagare il sovraffollamento ai detenuti. Vengono progressivamente ridotte le dotazioni (detersivi, carta igienica, ecc.) e, con la scusa di maggiori difficoltà di gestione, gli spazi di agibilità.
La lotta non si fermerà.
i detenuti del 26 gennaio 2012
Giorgio e Tobia

Per chi volesse scrivere, inviare telegrammi di solidarietà a Tobia questo è l’indirizzo del carcere:
Tobia Imperato
Casa Circondariale
via Roncata 75,
12100 Cuneo

Posted in Inform/Azioni, no tav.

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