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Gli squali della finanza vaticana

Ettore Gotti-Tedeschi, presidente e membro dello IOR (Istituto per le Opere di Religione, la banca vaticana), è stato prima sospeso dai suoi incarichi, poi definitivamente espulso dallo IOR, per iniziativa del Segretario di Stato Tarcisio Bertone e del management della banca.
Lo scontro tra Gotti-Tedeschi, liberista convinto (ha dichiarato di dedicare il 100% del proprio tempo a Dio e il 100% al denaro!) e Tarcisio Bertone é stato provocato dall’intenzione di Gotti-Tedeschi di mettere a punto una legge (Legge 127) in grado di riformare la finanza vaticana, permettendo allo IOR di entrare nella White List degli stati europei con i più alti standard di trasparenza. Le banche presenti in questa lista si impegnano a monitorare ogni operazione da loro compiuta per impedire il riciclaggio di denaro. Bertone e i consiglieri dello IOR hanno particolarmente avversato la creazione, prevista dalla Legge 127, di una Autorità di Informazione Finanziaria (A.I.F.) avente il compito di controllare ogni movimento di denaro relativo al Vaticano.
Il 30 dicembre 2010 Benedetto XVI, ha istituito con un atto ufficiale, l’AIF, e nell’autunno del 2011 la Segreteria di Stato e il management dello IOR hanno provveduto a modificare la Legge 127, limitando fortemente i poteri dell’AIF.
L’intervento è stato giustificato dicendo che le modifiche apportate avrebbero reso lo IOR ancora più aderente agli standard internazionali di trasparenza, ma in realtà una visita ispettiva della Moneyval, gruppo del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi antiriciclaggio dei vari Paesi, ha valutato la Legge modificata da Bertone con otto note negative e due positive, mentre la versione voluta da Gotti-Tedeschi era stata valutata con sei note positive e quattro negative.
La sfiducia e l’allontanamento di Gotti-Tedeschi si spiegano solo con l’interesse del management IOR di conservare quei clienti un po’ “speciali” che farebbero a meno della banca vaticana nel momento in cui questa acquisisse delle modalità etiche e trasparenti.
La posizione di Benedetto XVI è al momento poco chiara: appoggiare la manovra Bertone, rinunciando per sempre a fare pulizia nella curia romana e nella banca vaticana, o far prevalere un minimo di senso etico, cacciare Bertone e far fuori tutti i consiglieri (potentissimi) dello IOR?
Una cosa è sicura: qualsiasi cosa dovesse decidere Ratzinger, lo scontro non è certo tra buoni (il martire Gotti-Tedeschi) e cattivi (Bertone e consiglieri IOR), ma tra potentati della destra liberista cattolica che lottano tra di loro per conquistare maggior potere. Una lotta tra squali della politica e dell’alta finanza che potrebbero essere appoggiati o meno da Benedetto XVI alla luce di ragioni che saranno sempre e comunque ragioni di stato, mai ragioni evangeliche. Benedetto XVI non è certo l’agnello in mezzo ai lupi, come vorrebbero farlo apparire quei vaticanisti che non possono più nascondere lo sbando morale della curia romana e cercano almeno di salvare “il capo”. Ratzinger infatti è stato per anni l’artefice delle scelte politiche dell’ex Sant’Uffizio e in merito a giochi di potere non ha da imparare niente da nessuno.

Ultim’ora
Dopo un periodo di riflessione pare che sia delineata la linea che Benedetto XVI ha intenzione di tenere: sembra che Tarcisio Bertone, nonostante l’antica amicizia con il pontefice, verrà affiancato da una gruppo di cardinali e accompagnato dolcemente alla pensione!  
Molti vaticanisti provano a spiegare questa scelta come conseguenza del Vatileaks, ma dal mio punto di vista il problema della fuga di notizie dovuta al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, è solo un detournement volto a gettare fumo negli occhi della pubblica opinione. I veri problemi della curia romana sono dati dalle lobby che sgomitano per ottenere maggior potere e dai singoli potenti, anche laici, che spadroneggiano in Vaticano.
Le scelte di Benedetto XVI potranno essere lette come riformatrici ed etiche solo se oltre alla testa di Bertone salteranno i grandi della finanza internazionale che si annidano nel management IOR e nei meandri della corte papale. Se questi resteranno al loro posto, Ratzinger avrà solo sacrificato un vecchio amico per far tacere i giornalisti, lasciando che in Vaticano tutto continui come sempre.

Anarres ne ha parlato con il proprio vaticanista di riferimento, Paolo Iervese.
L’intervista è stata realizzata poco prima della decisione di Ratzinger di “sacrificare” il vecchio compagno di merende Bertone e chiarisce molto bene i meccanismi (e lo scontro di potere) all’interno della chiesa cattolica (anche) in vista della successione dell’anziano Benedetto XVI.

ascolta l’intervista

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