Accusati di aver attaccato il quartier generale del KGB, sei anarchici bielorussi sono stati condannati a pene tra i tre e gli otto anni.
In Bielorussia è vietata ogni tipo di associazione politica, la Federazione Anarchica è fuorilegge, chi si oppone paga con la galera.
Dopo le pressioni dell’UE il governo di Minsk ha liberato alcuni prigionieri politici, che hanno accettato di firmare una lettera di sottomissione al regime.
Gli anarchici hanno rifiutato lo scambio tra libertà a dignità.
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L’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche, ha lanciato un appello alla solidarietà.
22/23 settembre giornata di solidarietà internazionale con gli anarchici bielorussi in carcere
A Torino sabato 22 settembre
ore 10/13
presidio al Balon – via Borgodora angolo via Andreis
In Italia presidi e iniziative anche a Roma, Livorno e Reggio Emilia: qui il programma
Presidi anche a Parigi e Londra.
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Aggiornamento a sabato 22 settembre.
[slideshow id=4] Anche a Torino gli anarchici della FAI hanno partecipato alla giornata di solidarietà con gli anarchici bielorussi.
Manifesti affissi in città e un presidio informativo al Balon, il mercato delle pulci torinese, hanno cominciato a rompere il muro del silenzio, intorno alle vicende repressive dei nostri compagni e, più in generale, su quanto accade in un paese, che tanti dei nostri interlocutori neppure sapevano che esistesse.
Di seguito alcuni stralci del volantino distribuito.
“Sei anarchici bielorussi, arrestati tra il 2010 e il 2011 sono stati condannati a pene tra i tre e gli otto anni di reclusione, con l’accusa di aver partecipato ad azioni dirette contro l’ambasciata russa, contro il quartier generale della polizia politica, il KGB, oltre a manifestazioni antimilitariste e contro i sindacati di regime.
La Bielorussia, dove il 22 e 23 settembre si svolgono le ennesime elezioni farsa, è governata dal 1994 dal padre/padrone Alexander Lukaschenko, già esponente del governo sovietico, un residuo dello stalinismo riciclato al post comunismo. Il suo governo è un mixer di capitalismo e regime autoritario. Di recente nel paese, uno dei più poveri d’Europa, la stretta disciplinare si è fatta più rigida. In Bielorussia è vietata ogni tipo di associazione politica, la Federazione Anarchica è fuorilegge, chi si oppone paga con la galera.
Le condizioni di detenzione sono durissime, tra minacce, maltrattamenti e torture volte a piegare la resistenza degli attivisti imprigionati. Numerose associazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, hanno puntato il dito sul governo bielorusso.
Dopo le pressioni dell’Unione Europea il governo di Minsk ha liberato alcuni prigionieri politici, che hanno accettato di firmare una lettera di sottomissione al regime. Lukaschenko vuole evitare le sanzioni dell’UE dimostrando che gli oppositori al suo regime sono criminali e terroristi.
Gli anarchici hanno rifiutato lo scambio tra libertà a dignità.
Non sono nemmeno disponibili a divenire il fiore all’occhiello di un’Europa fatta di frontiere, filo spinato e repressione, che riscopre la propria vocazione liberale solo fuori dai propri confini.
Ihar Alinevich, Mikalai Dziadok, Artsiom Prakapenka, Pavel Syramolatau, Aliaksandr Frantskievich, Jauhen Vas’kovich sono giunti al secondo anno di detenzione e sono decisi a non chiedere la grazia che il dittatore richiede per liberarli.
L’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche, ha lanciato un appello alla solidarietà dal basso per la liberazione di tutti i prigionieri. Liberi tutti!”
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