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Marò assassini: striscione contro la Ferrari

Questa notte, di fronte alla concessionaria Ferrari di via Boggio a Torino, è comparso uno striscione con la scritta “la Ferrari difende i marò assassini”.
Un reporter di passaggio ci ha gentilmente inviato una foto dello striscione.

La Ferrari ha corso il gran premio d’India con i colori della Marina militare italiana sul cofano. La Brigata Folgore ha chiuso la rievocazione militarista e fascista della battaglia di El Alamein, fischiando il ministro perché non è ancora riuscito ad ottenere la liberazione dei due marò italiani detenuti in India per aver ucciso a fucilate due pescatori del Kerala.
Quelli della Folgore sono abituati all’impunità. Chi può dimenticare le loro imprese durante “Restore hope”, la missione “umanitaria” in Somalia? Nonostante alcune foto scattate da un commilitone li ritraessero mentre applicavano elettrodi ai testicoli di un prigioniero inerme nudo, nonostante le immagini chiare di uno di questi eroi che stuprava con un razzo illuminante una ragazza somala legata ad un camion nessuno ha badato a questi “incidenti”.
Lo Stato italiano è abituato all’impunità per i propri militari che si sono distinti in torture, massacri di civili, stupri. L’esercito italiano ha commesso orrori indicibili nelle guerre di conquista coloniale in Libia, Eritrea, Etiopia, con impiccagioni di massa, avvelenamento di pozzi, deportazioni di intere popolazioni, uso di armi chimiche. Nella seconda guerra mondiale in Grecia e Jugoslavia, i militari italiani non furono secondi a nessuno nel terrorizzare la popolazione civile, radendo al suolo interi villaggi, fucilando centinaia di civili, stuprando e torturando.
Nessuno di questi criminali di guerra, quando la guerra è già essa stessa un crimine orrendo, è mai stato estradato nei paesi che ne hanno fatto richiesta. Macellai come Badoglio e Graziani è morta nel suo letto ed è stata sepolta con gli onori militari.

Oggi di fronte all’ennesimo crimine di guerra, di fronte all’assassinio di due pescatori, colpevoli di aver incrociato la rotta di una petroliera italiana, il governo italiano, alcuni comuni, l’esercito al gran completo, e, da ieri, anche la più nota marca di auto da corsa della penisola, pretendono l’impunità per i due marò assassini.
Nulla di cui stupirsi. Lo Stato difende chi uccide in suo nome. Nei mari dell’India, in Afganistan o per le strade di Genova.
Sono assassini in divisa, assassini che lo Stato trasforma in eroi.

Noi non ci stiamo!
Nessuna pace per chi fa guerra!

Posted in antimilitarismo, Inform/Azioni, torino.

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