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Razzismo e libertà femminile

Che il liberalismo scontasse la propria astrazione giuridica non è certo una scoperta di questo o dell’altro secolo. D’altra parte l’eguaglianza dei diseguali è l’astrazione sulla quale naufraga il preteso universalismo di quell’approccio.
Ai margini di quella narrazione stavano gli altri. Gli estranei, i barbari dell’altrove non secolarizzato e le donne, la cui sottomissione  è a lungo una posta che si può giocare solo sottranendole all’umano.
Oggi in Europa le politiche razziste fanno leva sulla libertà delle donne e dei soggetti glibt insidiata dai barbari dell’altrove. Nello specifico gli immigrati dai paesi musulmani.
La violenza – che pure c’é – contro le donne, se commessa da immigrati viene etnicizzata, sfruttata per dimostrare l’incompatibilità di queste persone con la libertà dell’occidente laico e capitalista. Come se le istituzioni delle varie confessioni cristiane non fossero sostenute e spesso finanziate dai governi della laicissima Europa. Come se gli italiani non commettessero decine di femminicidi all’anno, in un’escalation da paura.
Come se la libertà femminile fosse un’avventura ormai compiuta, da difendere con frontiere e filo spinato.
I media su quest’impalcatura costruiscono cronache che alimentano il pregiudizio e danno credibilità all’operazione.
Ne abbiamo parlato con Ricke, donna, lesbica che vive in germania e sperimenta, giorno dopo giorno di essere meno bianca di quanto era abituata a credere di essere.
Ascolta la chiacchierata

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Posted in femminismi, immigrazione, Inform/Azioni.

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