Nella mattinata del 20 dicembre la polizia ha fatto irruzione a Villa Amalias, il più longevo dei posti occupati nella capitale greca.
La polizia ha perquisito per ore lo squat alla presenza di un procuratore e di uno degli occupanti: alla fine l’edificio è stato sigillato e circondato da centinaia di agenti in assetto antisommossa.
Nonostante i risultati della perquisizione, effettuata con il pretesto della ricerca di droga, fossero ridicoli,otto anarchici di Villa Amalias, sei greci e otto tedeschi, sono stati arrestati.
Le accuse nei loro confronti sono pesantissime: detenzione di esplosivi e di armi. Gli otto compagni sono reclusi nella sede centrale della polizia in viale Alexandras e vi resteranno sino a domani quando è prevista l’udienza nei loro confronti.
Il ministro dell’Ordine pubblico Dendias ha dichiarato che Villa Amalias era il centro di illegalità e che ora, grazie al coraggio del primo ministro Samaras, la legalità è stata ripristinata.
La mattina dello sgombero centinaia di anarchici si sono recati di fronte allo squat per manifestare la loro solidarietà. Contemporaneamente numerosi compagni si sono recati in municipio per fare pressione sul sindaco e sull’amministrazione. Più tardi si è svolta un’assemblea nei pressi dell’Università. In serata si è svolto un corteo di solidarietà cui hanno preso parte circa mille persone, che si è concluso nei pressi di Villa Amalias.
(questo report è stato stilato sulla base del comunicato emesso dal gruppo dei comunisti libertari di Atene)
Aggiornamento al 25 dicembre.
Gli otto anarchici arrestati sono stati tutti rilasciati. Villa Amalias è sempre circondata dall’antisommossa
Di seguito alcuni lunghi stralci dal comunicato emesso ieri dagli occupanti di Villa Amalias che promettono un “natale nero” al governo.
“Con quale acrobazia logica possono definire bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo dove c’é una sala per concerti musicali e un caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse dei liquidi per la pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Certo c’erano le maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. E’ ovvio che ci fossero alcuni mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc.) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari. A Villa Amalias ci sono stati incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi: il culmine fu nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…
Con il pretesto della perquisizione, tentano di soddisfare un loro sogno mai sopito: l’invasione in uno spazio che per loro è uno dei simboli di quelli che stanno in piedi con ostilità verso tutto quello che rappresenta la sovranità, la dominazione, la sterilizzazione, l’indifferenza, la rassegnazione, la subordinazione. E su questo non possiamo dar loro torto. Questi siamo. Noi e le migliaia di manifestanti, attivisti, occupanti, scioperanti, combattenti di strada. Siamo i senza tetto e senza sede, i punk e la gente di strada, i vegetariani e le femministe, quelli che stanno fuori la notte e gli operai, i mendicanti e i sfruttati, le vittime del razzismo e i vendicatori dell’ingiustizia. Il ministro ci ha descritto come uno spazio di illegalità…
E adesso parliamo seriamente. Villa Amalias è una proposta organizzativa che nel periodo del cannibalismo del memorandum ha dovuto essere affrontata. L’attacco del capitale al mondo del lavoro richiede la distruzione di tutte le sue strutture. Nel mirino ci sono i diritti dei lavoratori e il ruolo dei sindacati, le strutture di solidarietà, i progetti dell’auto-organizzazione. L’agenda politica dell’estrema destra che ha prevalso fin dall’inizio della crisi, è iniziata con le dichiarazioni della “bomba sanitaria” del ministro della salute, Loverdos, contro gli scioperanti della fame al palazzo di Ypatias. È continuata con la persecuzione degli immigrati (muro sulla frontiera di Evros, campi di concentramento, operazione “Xenios Zeus“) e la persecuzione dei tossicodipendenti sieropositivi. A dare man forte ci pensa l’estrema destra co9n un crescendo di violenze contro gli immigrati, gli omosessuali, i venditori ambulanti.
Le torture del mese scorso contro gli antifascisti del moto-corteo nel quartier generale della polizia (GADA), gli attacchi sulle occupazioni e la repressione brutale di ogni lotta sociale, non lasciano dubbi sul fatto che l’avversario ha costruito un blocco solido contro il quale dobbiamo resistere.
Siamo da 22 anni in un edificio che era stato abbandonato da decenni. Lo conserviamo e gli diamo vita. Siamo un’occupazione che ha sempre le porte aperte a gruppi, persone e progetti che promuovono la cultura anti-commerciale, la dignità umana, le lotte sociali, antifasciste e di classe. Villa Amalias farà un duro scontro non per proteggere quattro muri, ma i desideri, i sogni e le speranze per una vita più libera per tutti.
Invitiamo tutti coloro che trovano una parte di se stessi nel lungo funzionamento dell’occupazione di dare con noi questa battaglia cruciale.
In questo mulino i boia-Don Chisciotte attaccano, mentre in realtà attaccano le idee. Queste sono i veri spazi dell’illegalità per loro. Vanno a caccia di chimere e raccoglieranno incubi.