Nella mattinata del 12 gennaio si è svolta una grande manifestazione anarchica nel centro di Atene in difesa degli spazi occupati e per la liberazione dei compagni arrestati il mercoledì precedente dopo la rioccupazione di Villa Amalias e il nuovo sgombero dello squat.
In questo video si può vedere l’imponenza della manifestazione.
Nelle stesse ore i 92 compagni presi a Villa Amalias sono comparsi in tribunale, che ne ha deciso la liberazione con obbligo di firma bimensile.
Qui il comunicato degli arrestati, qui un piccolo gesto di solidarietà a Torino.
Qui potete ascoltare l’intervista rilasciata a radio blackout da un compagno del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, Gheorgo, il giorno prima del corteo.
Aggiornamenti a martedì 15 gennaio. La polizia ha fatto irruzione al Leilas Karagiannis il più antico dei posti occupati della capitale greca, arrestando gli occupanti. Nel pomeriggio – vista l’indisponibilità del rettore dell’università, che è proprietaria dell’edificio, a sporgere denuncia – i compagni sono stati liberati e l’edificio rioccupato. Ascolta l’intervista dell’informazione di Blackout a Gheorgo.
Di seguito il comunicato emesso oggi dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Italiana, riuniti a Milano per un incontro nazionale.
Sosteniamo le lotte dei compagni greci
Il Convegno Nazionale della FAI riunito a Milano esprime la propria solidarietà ai compagni greci che in questi ultimi giorni sono stati violentemente attaccati dalla polizia ellenica. Abbiamo assistito agli sgomberi di Villa Amalias e di Skaramaga, storici squat ateniesi simbolo del movimento e all’arresto di un centinaio di solidali che avevano rioccupato lo stabile di Villa Amalias.
Il movimento anarchico in Grecia ha saputo costruire, in questi anni, una forte risposta dal basso allo spietato attacco condotto contro i lavoratori.Una risposta fatta di azioni dirette, riappropriazione di spazi fisici, organizzazione di assemblee popolari nei quartieri, autogestione sui posti di lavoro. Una risposta che rifiuta le forme di delega che imprigionano la volontà di cambiare questo sistema che mostra, ogni giorno di più, i propri limiti. Una risposta che ha saputo aggregare intorno a se’ decine di migliaia di persone, lavoratori, studenti, disoccupati, greci e immigrati, perché la lotta è di tutti gli sfruttati, quale che sia la loro provenienza. Una risposta che fa paura ai padroni e allo stato perché dimostra che non solo esiste un’alternativa all’atomizzazione sociale, all’alienazione e allo sfruttamento ma che questa alternativa è necessaria, oggi più che mai.
È necessaria perchè è oramai evidente che il dominio di stato e capitale non fanno altro che distruggere qualsiasi rapporto sociale che non sia mediato dal denaro o da relazioni di dominio. Necessaria perchè la crisi che sta impoverendo i ceti popolari e i ceti medi non è altro che l’ennesima ruberia operata da chi gestisce soldi e potere.
Le compagne e i compagni greci hanno saputo costruire una risposta a questo crimine e per questo sono sotto attacco da parte della polizia, che ha dichiarato di voler sgomberare tutte le occupazioni elleniche, sostenuta in questo dai paramilitari nazisti di Alba Dorata. Non è un caso che in tempi di crisi e di mobilitazioni popolari gli apparati dello stato ricorrano alla bassa manovalanza fascista. Così fu in Italia nel Biennio Rosso, così è in Grecia nel 2013.
E infatti la Grecia non è distante dalla penisola italiana. Anche qui lo stato sta spazzando via i risultati di un secolo di lotte operaie e popolari. Anche qui si attaccano i movimenti sociali, si sgomberano i posti occupati, si pestano i lavoratori in lotta, si gasano gli studenti, si bastona chi si oppone alla devastazione ambientale e al militarismo. Per questo è necessario rifiutare la visione nazionalista della crisi, quella che ciancia di sovranità monetaria e nazionale come risposta all’Europa delle banche, di differenze antropologiche che generano la crisi, richiamandosi alle più tristi tesi razziste; una visione distorta che garantirà un maggiore rafforzamento dei dispositivi disciplinari e di dominio dello stato e che si esprime, nella sua forma più compiuta, nel sacrificio delle classi subalterne sull’altare delle guerre nazionaliste.
Le lotte degli anarchici in Grecia sono le nostre lotte, le nostre lotte sono quelle degli anarchici greci. Così come sono nostre le lotte di chi, ovunque nel mondo, si oppone allo sfruttamento classista, razzista e sessista, e costruisce, quotidianamente, una società di liberi ed eguali.
Invitiamo tutto il movimento alla massima solidarietà possibile.
Milano, 13 gennaio 2013