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Uno sguardo sui Balcani

bab2013-3Si è svolta due settimane fa a Lubiana l’annuale fiera del libro anarchico. All’edizione di quest’anno, particolarmente ricca, hanno preso parte compagni provenienti da tutti i balcani e da diversi paesi dell’Europa occidentale. Un’occasione di confronto e scambio di idee ed esperienze molto preziosa, culminata con un corteo spontaneo per le strade della capitale slovena. In Slovenia da molti mesi si è sviluppato un movimento di opposizione alle politiche governative sul modello delle piazze “occupy” che da un paio di anni hanno segnato le pratiche politiche di movimenti trasversali, plurimi, attraversati da forti tensioni libertarie di partecipazione diretta, pur in un quadro rivendicativo che raramente assume caratteristiche di rottura radicale. Il confronto è stato molto interessante anche con i compagni serbi, macedoni, bulgari che vivono situazioni caratterizzate dalla crescita della destra, dalle spinte di opposti nazionalismi e da latenti tensioni sociali.
Erano presenti all’incontro di Lubiana anche numerosi anarchici greci, con i quali è stato fatto il punto della situazione nel paese.
Anarres ne ha parlato con Simone, un compagno che conosce bene la situazione ellenica.
In Grecia metà degli abitanti vivono nella capitale, campando di servizi e di sfruttamento delle braccia a basso costo degli immigrati. Oggi gli ateniesi non hanno le risorse per pagarsi le derrate alimentari, che marciscono nelle zone agricole.
Sul piano politico, dopo l’affensiva di quest’inverno contro gli spazi occupati di Atene, gli anarchici sono riusciti a bloccare l’ondata di sgomberi ed hanno fatto nuove occupazioni.
Il quadro che emerge dai loro racconti ci disegna un paese dove la povertà investe fasce sempre più larghe di popolazione, la disoccupazione è alle stelle e la scommessa di costruire percorsi di autogestione che sappiano offrire una chance di sopravvivenza fuori dal capitalismo stentano a radicarsi. Arginare il radicamento sociale dell’estrema destra, che gode di ampi appoggi ed offre derrate alimentari ed appoggio su base etnica, significa uscire dalla dicotomia tra scontro diretto e sottrazione senza conflitto. Una prospettiva con la quale è possibile che a breve ci ritroveremo a fare i conti anche in Italia.

Ascolta l’intervento di Simone

Posted in Inform/Azioni, internazionale.

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