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Turchia. La polizia uccide ancora

Polizia-lancia-lacrimogeni-300x186Ad Antiochia, in Turchia, è morto alle 2 del mattino del 10 settembre il ventiduenne Ahmet Atakan, ucciso dalla polizia mentre stava partecipando ad una manifestazione. Il giovane, colpito a morte da un candelotto lacrimogeno, è la sesta vittima della violenza delle forze dell’ordine turche dall’inizio del movimento di lotta sviluppatosi nel paese alla fine dello scorso maggio. La polizia sostiene che sia caduto da un palazzo, ma dall’autopsia non risulta nessuna frattura, mentre è stata riscontrata una ferita alla testa di 5/6 cm. Ahmet era sceso in piazza per una manifestazione in solidarietà con le proteste che nelle ultime settimane hanno avuto luogo ad Ankara, presso l’Università Tacnica del Medio Oriente, anch’esse duramente represse dalla polizia. Nell’ultimo mese si è sviluppato un movimento contro la costruzione di una strada che attraverserà la grande area verde e forestale in cui si trova l’università. Questo progetto porterebbe all’abbattimento di circa 3000 alberi e il campus universitario verrebbe letteralmente diviso in due parti dalla nuova strada.
Dopo la morte di Ahmet, ieri ci sono state proteste nelle principali città della Turchia e la polizia è tornata ad usare lacrimogeni ed idranti per disperdere la folla, impedendo qualsiasi tipo di manifestazione.
Dall’inizio di settembre ha preso il via una nuova ondata di proteste. Solidarietà agli arrestati dei mesi scorsi, opposizione ai progetti di devastazione ambientale, reazione al terrore poliziesco, solidarietà tra le lotte locali. Su questi temi nelle ultime settimane ci sono state di fatto manifestazioni quotidiane nelle principali città turche. Inoltre, mentre Gezi Park ad Istanbul torna ad essere blindato dalla polizia e Piazza Kizilay ad Ankara è ancora teatro di scontri, il PKK per la prima volta dichiara in un comunicato il proprio sostegno ai movimenti di protesta in Turchia, rompendo il silenzio degli scorsi mesi.

Ascolta la diretta fatta dall’info di Blackout  con Dario, un compagno che conosce bene la situazione turca.

Posted in Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

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