Pochi sanno che nella legge di stabilità in discussione in questi giorni c’è anche un bel regalo alle banche.
Vediamo come.
Banca d’Italia non è più di proprietà pubblica sin dagli anni Novanta del secolo scorso. La proprietà formale è in mano a pochi grandi istituti bancari, che tuttavia non hanno potere di controllo, perché il governatore è espressione di un Direttorio sulla cui nomina non hanno possibilità di intervento. Anche i crediti ricavati sono stati sinora bassissimi, perché il capitale di Banchitalia era di soli 156.000 euro. Altrettanto basso l’introito fiscale che ne ricavava lo Stato.
Di ieri la decisione del governo di aumentare il valore delle azioni della Banca d’Italia sino a 10/11 miliardi di euro. Nel 2013 lo Stato ricaverà un bell’introito in tassa, ma sin dal prossimo ne tirerà fuori bel po’ di soldi, perché dovrà pagare interessi enormi.
In questo modo un’operazione che all’apparenza pare un prelievo straordinario a banche e assicurazioni, si trasformerà a breve in un bel pacco regalo a spese di noi tutti.
Ascolta la diretta realizzata dall’info di radio Blackout con l’economista Francesco Carlizza, che ha anche esaminato gli ultimi dati dell’Istat sulla povertà in Italia.