Torino, giovedì 6 marzo. Questa sera presso la sede della VI circoscrizione nella sala delle circoscrizione di via Leoncavallo la sezione Anpi “Renato Martorelli”, il comune di Torino, la sesta circoscrizione, e l’associazione I.SO.LE organizzano un incontro con l’ex Procuratore capo di Torino, Giancarlo Caselli e l’ex parlamentare del PCI Dino Sanlorenzo. Nadia Conticelli, presidente della sesta circoscrizione, farà il saluti, il dibattito sarà presieduto da Francesco Vercillo, il presidente della sezione ANPI “Renato Martorelli” di via Poggio.
Di cosa parleranno?
Qui comincia il giallo.
Se andate sul sito della sezione Anpi “Renato Martorelli” trovate una locandina dal titolo “Abbiamo sconfitto il terrorismo, non la mafia”. Più sotto c’è qualche riga in più:
“Come riconoscere il terrorismo e la mafia, per arginarne la diffusione.
Come isolare le frange anarco insurrezionaliste in guerra contro lo Stato e le sue istituzioni.
Come difendersi e attaccare mafia e terrorismo.
Il terrorismo può radicarsi nel movimento contro la Tav?
Esiste un pericolo terrorismo in questo momento?”
Se invece andate sul sito della sesta circoscrizione trovate la stessa locandina, con la medesima grafica e lo stesso titolo ma il testo sotto è diverso. Monco: mancano due righe.
“Come riconoscere il terrorismo e la mafia, per arginarne la diffusione.
Come isolare le frange violente in guerra contro lo Stato e le sue istituzioni.
Come difendersi e attaccare mafia e terrorismo.
Esiste un pericolo terrorismo in questo momento?”
Chi ha cambiato le carte? I vecchi stalinisti dell’Anpi di Barriera hanno avuto l’idea e quelli della Circoscrizione l’hanno prudentemente ammorbidita? Hanno fatto confusione? Non sono d’accordo tra di loro?
Difficile dirlo.
Di una cosa siamo sicuri. L’ex Procuratore di Torino Caselli e Dino Sanlorenzo, due generazioni di autoritari con in mezzo il muro di Berlino, hanno le carte in regola per meritare un folto pubblico di No Tav.
Una vecchia canzone partigiana diceva “Il bersagliere ha cento penne, l’alpino ne ha una sola, il partigiano ne ha nessuna, ma sta tra i monti a guerreggiar”.
È tempo che la memoria tenuta in ostaggio dall’ANPI sia liberata, restituendo a chi ha combattuto ed è morto per le strade di Barriera di Milano, la propria dignità politica e morale.
Quattro No Tav saranno processati per terrorismo perché accusati di aver partecipato ad un’azione di sabotaggio al cantiere/fortino di Chiomonte. Un’azione fatta propria dal movimento No Tav, che in questi anni, tra manifestazioni popolari, azioni dirette, blocchi, occupazioni, ha dimostrato di avere le idee chiare sul “terrorismo”. Terrorista è chi devasta, saccheggia e occupa militarmente il territorio.
Caselli è l’uomo che ha voluto quest’ennesima operazione repressiva contro i No Tav, il suo fiore all’occhiello prima della pensione, e, chi sa?, il volano per una nuova carriera in politica.
Noi non sappiamo se tutti i partigiani di Barriera oggi sarebbero con noi o con quell’anziano stalinista di Dino Sanlorenzo, l’inventore negli anni Settanta dei questionari sul terrorismo, messaggi anonimi per denunciare il vicino di casa un poco strano, o a fianco di Caselli, il procuratore “antimafia” che perseguita i No Tav e chiude gli occhi di fronte agli appalti allegri per il cantiere di Chiomonte.
A dire il vero ne dubitiamo.
Siamo però convinti che uno come Ilio Baroni, anarchico dell’UAI, operaio delle Ferriere, capo del Sap della sua fabbrica, ucciso in combattimento dai nazisti all’angolo tra corso Novara e corso Giulio Cesare, probabilmente una capatina in via Leoncavallo la farebbe.
L’appuntamento è questa sera alle 20 in via Leoncavallo angolo corso Novara