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TASI. Cambia il nome, aumenta il prezzo

casasoldiLo slittamento della Tasi nei comuni dove le amministrazioni non sono riuscite a fissare le aliquote ha messo in secondo pianol’abitudine ormai consolidata nelò nostro paese di cambiare nome alle tasse per aumentarle.
La Tasi è più alta dell’Imu, così come l’IMu era stata più alta dell’ICI. Sul piano tecnico il quadro che emerge è quello di un ginepraio di aliquote e detrazioni diverse, con il rischio di avere 8.092 applicazioni diverse della Tasi con oltre 75mila combinazioni differenti di applicazione dell’imposta. Non solo. Con la Tasi, la Tari e le addizionali comunali si finisce con il neutralizzare il bonus Irpef, il cavallo di Troia del governo Renzi. I lavoratori dipendenti stanno comunque meglio dei pensionati esclusi dal bonus fiscale, che peggiorano ulteriormente la propria condizione economica, aumentando il carico fiscale complessivo. Dalle prime proiezioni emerge che su 32 città capoluogo che hanno deliberato la Tasi, nel 40% di queste, l’imposta è più alta dell’Imu pagata nel 2012.
Pià soldi da sborsare nel solito caos burocrazia, mentre i tre imbonitori da fiera fanno il gioco delle tre carte per vincere al gioco delle poltrone.

Per meglio districarsi a districarci tra sigle, aliquote, scadenze vi suggeriamo di ascoltare l’intervista dell’informazione di radio Blackout all’economista Francesco Carlizza.

Ascolta la diretta

Posted in economia, Inform/Azioni.

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