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No Tav alla sbarra. Processi, condanne e assoluzioni. Erri, Alberto, Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò, Giobbe, Andrea…

de_lucaErri De Luca. A giudizio per istigazione a delinquere
9 giugno. Il giudice dell’udienza preliminare ha deciso il rinvio a giudizio dello scrittore Erri De Luca. In questo modo ha accolto la tesi dei PM Padalino e Rinaudo, che accusano De Luca di aver incitato al sabotaggio del cantiere del tunnel geognostico di Chiomonte.
Il processo inizierà il 28 gennaio.
De Luca ha commentato la notizia scrivendo “Mi processeranno a gennaio. Mi metteranno sul banco degli imputati e ci saprò stare. Vogliono censurare penalmente la libertà di parola. Processane uno per scoraggiarne cento: questa tecnica che si applica a me vuole ammutolire. E’ un silenziatore e va disarmato.”.
Sotto accusa le dichiarazioni di De Luca di appoggio ai sabotaggi e alle azioni di contrasto al cantiere di Chiomonte e alle ditte collaborazioniste.

In aula bunker
Quella contro De Luca è solo l’ultima delle operazioni repressive contro i No Tav. Nell’aula Bunker delle Vallette continua a tappe forzate il processo ai 53 No Tav accusati della resistenza allo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena e dell’assedio al cantiere del 3 luglio 2011. Si susseguono i testimoni della difesa in un clima sempre pesante per l’accondiscendenza del collegio giudicante nei confronti dei pubblici ministeri.
Sempre all’aula bunker venerdì 13 giugno si svolgerà la terza udienza nei cpnfronti di Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, accusati di aver partecipato ad un’azione di sabotaggio in Clarea, durante la quale venne danneggiato un compressore. Un’accusa che è valsa l’imputazione per attentato con finalità di terrorismo e sei mesi di detenzione in regime di alta sorveglianza. Nella seconda udienza, svoltasi il 6 giugno, il giudice ha concesso la costituzione di partye civile a LTF, sindacato di polizia Sap e al governo. Ha inoltre respinto la richiesta di sospensione del processo in vista di un possibile pronunciamento della Consulta sull’eccezione di costituzionalità dell’articolo 270 sexies, utilizzato per la definizione giuridica della “finalità di terrorismo”. Entro il 15 giugno dovrebbero essere rese note le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha annullato quella del Riesame che confermava la finalità di terrorismo.

Di seguito una carrellata di processi e sentenze dell’ultimo periodo.

Colazione a Chiomonte. Condannati Andrea, Claudio e Giobbe
Venerdì 30 maggio. La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio. 2 anni e mezzo più 500 euro di risarcimento per Giobbe, 1 anno e 7 mesi più 400 euro di risarcimento per Andrea, 4 mesi per Claudio.
Padalino e Rinaudo, i due pubblici ministeri del processo, avevano chiesto condanne sino a quattro anni. Con questa sentenza il tribunale accoglie in buona parte l’impianto accusatorio della Procura per un episodio da nulla.
Le accuse nei loro confronti sono gravissime: tentata rapina, sequestro di persona, resistenza aggravata in concorso. Nel mirino un episodio del 16 novembre del 2012, quando, durante un presidio/blocco a Chiomonte, ci fu un diverbio con un poliziotto in borghese che scattava fotografie: poco dopo vennero fermati Claudio e Andrea.
I fatti.
Quella mattina, come tante altre, un gruppo di No Tav faceva colazione davanti al check point della centrale. Qui, dal 27 giugno del 2011, un cancello, filo spinato e un robusto contingente di uomini e donne in divisa impediscono l’accesso alla strada dell’Avanà. Il cantiere/fortino è molto distante ma l’area militarizzata è amplissima.
Da quel cancello passano solo i mezzi delle forze dell’ordine, quelli delle ditte collaborazioniste e i pochi vignaioli autorizzati.
Un tizio in borghese viene sorpreso a scattare foto al presidio. Gli chiedono spiegazioni: lui nicchia, fa spallucce, poi dichiara di essere incaricato dalla Procura: si guadagna qualche insulto ma non viene toccato. Un compagno di Vaie, Andrea, gli scatta a sua volta qualche foto. Dopo che il “fotografo” della Questura se ne è andato sulla sua auto e con la sua macchina foto, arrivano i carabinieri che fermano Andrea e Claudio. Li portano nel fortino e li obbligano per sette ore a stare in piedi su un gradino senza potersi sedere, poi vengono separati e portati via. Verranno rilasciati solo in tarda serata. Andrea viene denunciato per tentata rapina e resistenza aggravata, Claudio, siccome rifiuta di rispondere alle domande, viene denunciato per favoreggiamento.
Sei mesi dopo viene perquisito Andrea, il 13 agosto la procura dispone l’arresto di Giobbe.

Con questa sentenza di primo grado a Giobbe è ancora imposto l’obbligo di dimora nel paesino dove vive, ad Andrea è stato tolto l’obbligo di firma quotidiano, Claudio, presente in aula per il processo, è stato riportato nella sezione AS2 del carcere di Ferrara, perché, con Chiara, Mattia e Nicolò è accusato di terrorismo per un sabotaggio nel cantiere di Chiomonte.

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Assoluzione per Alberto Perino
Mercoledì 4 giugno. Alberto Perino, accusato di “vilipendio alle forze armate” è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Il processo era stato imbastito su una frase del luglio 2011 che gli era stata attribuita da un quotidiano. Secondo l’accusa Alberto avrebbe detto che in Val Susa ci sono “truppe di occupazione nazi-fasciste”. Perino ha invece sostenuto di aver riportato al giornalista quanto affermavano “gli anziani della valle, e cioè che nemmeno ai tempi dell’occupazione nazifascista, durante la seconda guerra mondiale, nella zona c’erano controlli di polizia così stringenti.”.

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Notte dell’8 febbraio 2013. Assolti Emanuele e Christian
Giovedì 5 giugno. Assolti per insufficienza di prove Emanuele e Christian, due No Tav di Mattie accusati di concorso nell’ideazione di un’azione al cantiere di Chiomonte dello scorso anno.
I fatti.
La notte dell’8 febbraio 2013 ci fu un’azione di sabotaggio in Clarea. Gli uomini in divisa, colti alla sprovvista e messi in fuga dai No Tav che aprirono una breccia nelle recinzioni entrando nel cantiere.
I poliziotti e i loro mezzi blindati fecero retro marcia, mentre i No Tav scorazzavano nella zona devastata dalle ruspe, nei luoghi dove a lungo i castagni hanno fatto ala ai bivacchi dei resistenti.
Mezzo cantiere è rimasto al buio.
Diverse ore più tardi due No Tav Di Mattie, Christian ed Emanuele vennero arrestati e accusati di danneggiamento aggravato. Il giorno successivo una fiaccolata di solidarietà per le vie di Mattie ne chiese la liberazione. I due che, nelle ore dell’azione erano uno in fabbrica e l’altro nell’osteria del paese, furono scarcerati.
Nonostante ciò sono stati ugualmente rinviati a giudizio: il tribunale, sia pure con formula dubitativa, non ha avallato le tesi della Procura.

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