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Andrea Soldi, ucciso dalla psichiatria. Striscione alla sede centrale dei vigili

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Torino, 14 ottobre. Aggiornamento

Uno striscione con la scritta “Andrea Soldi ucciso dalla psichiatria. Vigili assassini” è stato appeso nella notte alla cancellata di ingresso della sede dei vigili urbani in via Bologna a Torino.

Questa mattina al
tribunale di Torino c’è stata l’udienza preliminare del processo ai tre vigili assassinivigili urbani e allo psichiatra accusati della morte di Andrea Soldi, ucciso nell’estate del 2015 nei giardinetti di corso Umbria, perché si rifiutava di accettare un TSO. Udienza si è svolta a porte chiuse, i tre vigili e lo psichiatra non si sono presentati. Prossime udienze il 3 e il 14 novembre.

La notizia è uscita su Indymedia corredata due foto scattate da un cronista di passaggio.

Torino, 11 ottobre. Accusati di omicidio colposo i 3 vigili e lo psichiatra dell’ASL To2 artefici di quel TSO (Trattamento sanitario obbligatorio) che gli costò la vita.
In Italia i manicomi sono stati chiusi alla fine degli anni Settanta, ma l’orrore psichiatrico non è mai finito: gabbie chimiche, camicie di forza, letti di contenzione, elettroshock, lobotomia farmacologica continuano a segnare le vite di chi finisce imbrigliato nelle reti della psichiatria, visto che questa ha la possibilità di sequestrare e imprigionare le persone a causa di un giudizio arbitrario sulla base del loro comportamento o pensiero.

Era il 5 agosto dello scorso anno. Andrea era seduto su una panchina di piazzale Umbria, la “sua” panchina, quella dove era solito trascorrere il proprio tempo libero, quando sono arrivati ambulanza e vigili per imporgli un TSO. Andrea, che tutti ricordano come una persona tranquilla, non si era presentato alla visita psichiatrica mensile, perché non voleva sottoporsi all’abituale iniezione a lento rilascio di Haldol, un potente e dannoso neurolettico, che provoca dipendenza e gravi effetti collaterali, tra cui anche la psicosi per cui veniva “curato”, e che, a detta di familiari e conoscenti, era sopravvenuta anni prima, nella caserma dove aveva svolto il servizio militare. Sebbene l’uomo fosse calmo e, nonostante il provvedimento fosse stato disposto dal Sindaco, sul posto accorsero medici, ambulanza e vigili. Parecchi testimoni hanno visto i vigili prendere e stringere per il collo Andrea fino a farlo diventare cianotico. Ormai privo di sensi, l’hanno ammanettato, gettato prono su una barella. Quando è arrivato al pronto soccorso dell’Ospedale Maria Vittoria era già morto, senza che nessuno si fosse preoccupato di soccorrerlo e rianimarlo.

In Italia la legge stabilisce che i ricoveri debbano essere volontari (TSV), ma che si possa comunque eccezionalmente ricorrere alla coercizione quando l’individuo presenta alterazioni psichiche tali da richiedere urgenti interventi terapeutici, rifiuti la terapia psichiatrica, e non possa essere assistito in altro modo rispetto al ricovero ospedaliero. L’eccezionalità del provvedimento dovrebbe essere garantita dall’iter attuativo: il TSO deve essere disposto con provvedimento del Sindaco del Comune di residenza, su proposta motivata da un medico e convalidata da uno psichiatra operante nella struttura sanitaria pubblica, e inviato al Giudice Tutelare operante sul territorio che deve convalidarlo entro 48 ore. Il confine tra TSV e TSO è assolutamente labile, proprio per la possibilità del ricovero obbligatorio, usato continuamente come ricatto in caso di mancata arrendevolezza al volere dei medici, e all’effettiva impossibilità di fondo di rifiutare le cure.

Nel caso di Andrea, così come purtroppo nella maggioranza dei casi, il TSO era quindi illegittimo, non solo perché non richiesto dal sindaco, ma perché mancavano i presupposti per attuarlo, visto che Andrea era quieto e addirittura disponibile ad accettare altre soluzioni, non rifiutando quindi del tutto le “cure”.
Nonostante non ci fossero le condizioni stabilite dalla legge 180 lo psichiatra ha firmato il provvedimento e poi lo ha attuato senza l’autorizzazione del Sindaco. Difficile capire perché l’imposizione del TSO sia stata affidata ai i vigili, anziché al personale sanitario.

Resta il fatto che Andrea Soldi è stato assassinato brutalmente sotto gli occhi dei suoi amici e della tanta la gente che con lui trascorreva il tempo nella piazzetta, su quelle panchine a cui Andrea si era aggrappato per sfuggire all’ennesima cattura, all’ennesima prepotenza, all’ennesima violenza farmacologica.

Questa vicenda è approdata in tribunale, perché l’indignazione dei tanti che hanno assistito alla scena, era troppo forte e pubblica perché fosse ignorata, come quasi sempre accade.

Sarà interessante vedere quale narrazione di questa vicenda sarà proposta in aula.

Ne abbiamo parlato con Raffaella, del Collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni”.

Ascolta la diretta realizzata dall’info di blackout

Posted in antipsichiatria, controllo, Inform/Azioni, torino.

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