Lunedì 14 gennaio. In tribunale riprende il processo contro gli antifascisti accusati di furto aggravato per aver strappato manifesti fascisti. Una farsa che avrebbe dovuto chiudersi mesi fa, quando gli stessi fascisti sostennero che i manifesti erano stati strappati e non rubati. Ma il giudice ha deciso di procedere ugualmente.
Inizialmente in aula non c’è nessuno, poi arrivano i primi compagni reduci dalle cariche di Porta Susa, dove la polizia usato il manganello contro i No Tav che manifestavano contro Monti e Moretti all’inaugurazione della nuova stazione di Porta Susa.
Tutti sono increduli di fronte al gioco delle tre carte proposto dalla parte civile.
L’avvocato che difende gli interessi del partito “La Destra” tira fuori uno stampato A4 che rappresenterebbe il manifesto strappato. Inutile dire che questo presunto manifesto è del tutto diverso da quello depositato agli atti dal PM, un testo che allude in maniera decisamente più soft al ventennio.
La PM disconosce il manifesto da lei stessa depositato agli atti e assume quello nuovo.
L’avvocato dei compagni ovviamente si oppone al cambio di “corpo del reato”.
Il giudice ancora una volta tentenna, ma alla fine come da copione ormai noto concede all’accusa tutto quello che chiede.
La farsa prosegue il 30 aprile alle 12,30 in aula 55.
Quale coniglio uscirà dal cappello?
Gioco delle tre carte in tribunale
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– 14 Gennaio 2013
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