Due settimane molto intense di lotta No Tav tra Torino e la Val Susa, che si sono concluse con perquisizioni ed arresti tra Torino e Milano. Un’operazione repressiva che, come abitudine della procura torinese, arriva subito dopo un periodo molto intenso di iniziative.
9 dicembre. All’alba la polizia esegue numerose perquisizioni in abitazioni private, all’Asilo di via Alessandria, in una casa occupata in via Lanino a Torino e nell’alloggio di un No Tav milanese. In qualche caso la perquisizione è molto dura.
Sequestrate pubblicazioni No Tav, materiale informatico e… libri di fantascienza, in particolare quelli di Philip K. Dick. Un segnale che persino i poliziotti colgono la natura potenzialmente sovversiva della narrativa di anticipazione.
Sono stati arrestati quattro No Tav, con l’accusa di “atti di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi” (articolo 280 bis) oltre a detenzione e porto di materiale da guerra. Uno dei No Tav nel mirino della magistratura era già alle Vallette, altri due vengono arrestati subito, il quarto qualche ora dopo. Il provvedimento ha la firma di Padalino e Rinaudo, la coppia di PM specializzata nella repressione dei No Tav
Nel mirino la serata di lotta al cantiere/fortino della Maddalena del 13 di quest’anno. In quell’occasione la polizia venne presa alla sprovvista e un generatore venne danneggiato. L’eco mediatica dell’episodio fu enorme: sin da allora i media parlarono di “terrorismo”, creando il clima per l’operazione repressiva odierna. Vale la pena segnalare che il 15 maggio, in un’assemblea convocata per far conoscere alla popolazione l’impatto dei cantieri, le aree soggette ad esproprio, i rischi per la salute sul territorio del paese, si parlò anche dell’incursione al cantiere. Gli interventi di chi definì i sabotaggi come atti di resistenza vennero accolti con fragorosi applausi nella stipatissima sala del donBunino di Bussoleno.
Il giorno successivo il Coordinamento Comitati No Tav uscì con un comunicato in cui si rivendicavano i sabotaggi alle cose, senza colpire le persone. Le azioni del 13 maggio in Clarea ne facevano parte a pieno titolo. Nonostante ciò i media continuarono a battere sul tasto falso della divisione tra buoni e cattivi, tra gente comune e attivisti autonomi e anarchici. Una tesi che viene ripetuta come un mantra anche in questi ultimi giorni, nonostante una manifestazione popolare di decine di migliaia di persone il 16 novembre abbia ribadito la decisione di continuare a resistere attivamente all’occupazione militare e all’imposizione di un’opera inutile a dannosa.
Nessun No Tav è disponibile a recitare il ruolo di mero testimone della devastazione del territorio e del saccheggio delle risorse.
Ci saranno tante altre notti e giorni agitati per i collaborazionisti e per le truppe di occupazione.
La resistenza continua…
Aggiornamento all’11 dicembre.
Il Procuratore di Torino Giancarlo Caselli, con i suoi vice Beconi ed Ausiello, nelle dichiarazioni rilasciate dopo gli arresti si spinge più in là delle stesse accuse formulate dai PM Padalino e Rinaudo, sostenendo in maniera tanto fantasiosa quanto improbabile, che quella notte i No Tav avessero cercato di uccidere i 14 operai che si trovavano nel cantiere. Lo scopo di queste dichiarazioni, che travalicano le stesse gravissime accuse di terrorismo, è evidente: tentare di separare i compagni arrestati dal movimento, alludendo ad una loro volontà di andare oltre il sabotaggio, per colpire le persone.
Questa tesi è stata immediatamente rispedita al mittente perché il Movimento No Tav ha emesso un comunicato di solidarieà che riportiamo sotto.
“Comunicato in solidarietà agli arrestati del 9 dicembre 2012
9 dicembre 2013: l’ennesima operazione repressiva contro il movimento no-tav.
Quattro persone in carcere (Chiara, Nico, Mattia, Claudio), arrestate tra Torino e Milano, con l’imputazione (tra le altre) di associazione sovversiva con finalità di terrorismo, accusati di aver partecipato a una iniziativa notturna in Clarea, tra il 13 e il 14 maggio 2013, una delle tante camminate e manifestazioni popolari organizzate quest’anno contro il cantiere di Chiomonte.
Terrorista è chi devasta e saccheggia il territorio e la vita di chi lo abita!
Il movimento No Tav rivendica il diritto alla resistenza attiva contro la militarizzazione del territorio, l’imposizione violenta di una grande opera inutile e dannosa, la criminalizzazione del movimento e la negazione di diritti.
Chiara, Nico, Mattia, Claudio sono tutti noi e ne esigiamo l’immediata liberazione!″
La risposta solidale si è manifestata concretamente la sera stessa degli arresti.
Una cinquantina di No Tav hanno dato vita ad un presidio a sorpresa di fronte all’hotel della stazione a Susa, che da qualche tempo ospita e nutre i carabinieri di stanza al cantiere/fortino di Chiomonte. In quell’occasione, oltre al consueto striscione contro le truppe di occupazione, ne è stato fatto uno con una scritta nera in campo bianco “Terrorismo=Tav. Libertà per Claudio, Mattia, Chiara, Nico”. La serata è poi proseguita di fronte all’hotel Napoleon, storica residenza dei carabinieri nel centro segusino.
A Torino la stessa sera c’era stato un corteo di solidali per le vie di Porta Palazzo. Ieri sera breve saluto a sorpresa al carcere delle Vallette, dove sabato 14, alle 17,30 ci sarà un presidio solidale. Altre iniziative sono in cantiere per il fine settimana.
Per approfondimenti puoi ascoltare la diretta fatta dall’info di blackout con Daniele, No Tav dell’Alta Valle Susa
Aggiornamento al 12 dicembre.
Sabato 14 dicembre presidio al carcere delle Vallette – capolinea del tram 3 – alle ore 17,30
Il coordinamento comitati No Tav ha indetto un presidio di solidarietà a Bussoleno domenica 15 dicembre alle 17,30 in piazza dei Mulini