Skip to content


Gioco delle tre carte in tribunale

Pagliacci1.05 pLunedì 14 gennaio. In tribunale riprende il processo contro gli antifascisti accusati di furto aggravato per aver strappato manifesti fascisti. Una farsa che avrebbe dovuto chiudersi mesi fa, quando gli stessi fascisti sostennero che i manifesti erano stati strappati e non rubati. Ma il giudice ha deciso di procedere ugualmente.
Inizialmente in aula non c’è nessuno, poi arrivano i primi compagni reduci dalle cariche di Porta Susa, dove la polizia usato il manganello contro i No Tav che manifestavano contro Monti e Moretti all’inaugurazione della nuova stazione di Porta Susa.
Tutti sono increduli di fronte al gioco delle tre carte proposto dalla parte civile.
L’avvocato che difende gli interessi del partito “La Destra” tira fuori uno stampato A4 che rappresenterebbe il manifesto strappato. Inutile dire che questo presunto manifesto è del tutto diverso da quello depositato agli atti dal PM, un testo che allude in maniera decisamente più soft al ventennio.
La PM disconosce il manifesto da lei stessa depositato agli atti e assume quello nuovo.
L’avvocato dei compagni ovviamente si oppone al cambio di “corpo del reato”.
Il giudice ancora una volta tentenna, ma alla fine come da copione ormai noto concede all’accusa tutto quello che chiede.
La farsa prosegue il 30 aprile alle 12,30 in aula 55.
Quale coniglio uscirà dal cappello?

Posted in antifascismo, Inform/Azioni, repressione/solidarietà, torino.

Tagged with , , , .


Atene. 10.000 in corteo, liberati gli anarchici

atene corteo 2013 01 12Nella mattinata del 12 gennaio si è svolta una grande manifestazione anarchica nel centro di Atene in difesa degli spazi occupati e per la liberazione dei compagni arrestati il mercoledì precedente dopo la rioccupazione di Villa Amalias e il nuovo sgombero dello squat.
In questo video si può vedere l’imponenza della manifestazione.

Nelle stesse ore i 92 compagni presi a Villa Amalias sono comparsi in tribunale, che ne ha deciso la liberazione con obbligo di firma bimensile.
Qui il comunicato degli arrestati, qui un piccolo gesto di solidarietà a Torino.
Qui potete ascoltare l’intervista rilasciata a radio blackout da un compagno del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, Gheorgo, il giorno prima del corteo.

Aggiornamenti a martedì 15 gennaio. La polizia ha fatto irruzione al Leilas Karagiannis il più antico dei posti occupati della capitale greca, arrestando gli occupanti. Nel pomeriggio – vista l’indisponibilità del rettore dell’università, che è proprietaria dell’edificio, a sporgere denuncia – i compagni sono stati liberati e l’edificio rioccupato. Ascolta l’intervista dell’informazione di Blackout a Gheorgo.

Di seguito il comunicato emesso oggi dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Italiana, riuniti a Milano per un incontro nazionale.

Sosteniamo le lotte dei compagni greci
Il Convegno Nazionale della FAI riunito a Milano esprime la propria solidarietà ai compagni greci che in questi ultimi giorni sono stati violentemente attaccati dalla polizia ellenica. Abbiamo assistito agli sgomberi di Villa Amalias e di Skaramaga, storici squat ateniesi simbolo del movimento e all’arresto di un centinaio di solidali che avevano rioccupato lo stabile di Villa Amalias.
Il movimento anarchico in Grecia ha saputo costruire, in questi anni, una forte risposta dal basso allo spietato attacco condotto contro i lavoratori. Continued…

Posted in Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , .


Torino. Striscione al consolato greco per gli anarchici arrestati

libertà per gli anarchici copyQuesta sera di fronte alla sede del consolato greco di Torino, in corso Galileo Ferraris 65, è stato appeso uno striscione con la scritta: “Atene: libertà per gli anarchici arrestati”.
Un piccolo gesto di solidarietà con i nostri compagni colpiti dalla repressione in Grecia.

Lo scorso mercoledì centinaia di anarchici hanno rioccupato Villa Amalias, storico posto occupato ateniese, sgomberato il 20 dicembre e da allora tenuto sotto sorveglianza dalla polizia in assetto antisommossa. Dopo meno di due ore centinaia di poliziotti, compresi quelli dell’antiterrorismo, hanno dato l’assalto alla palazzina sparando lacrimogeni all’interno e arrestando 101 compagni.

Nelle stesse ore altri anarchici hanno occupato la sede del partito governativo Dimar, sono stati sgomberati ed arrestati. Nel pomeriggio la polizia ha fatto irruzione in un altro posto occupato di Atene, Skaramanga, sgomberandolo ed arrestando gli occupanti.
Oggi 93 di loro sono ancora rinchiusi nella sede del centrale della polizia di Atene in attesa della decisione del giudice.
La forza, la pervasività sociale, il consenso crescente del movimento anarchico greco, rappresentano un pericolo per un governo chiamato a normalizzare il paese, secondo le direttive della trojka. Gli anarchici – grazie alla rete di mutuo appoggio realizzata in questi mesi, all’appoggio a chi resiste al taglio della luce, a chi non paga le gabelle, agli immigrati sotto attacco dei nazisti che imperversano per i quartieri con la complicità della polizia – sono un pericolo perché non sono disponibili ad alcun gioco di potere.

Qui potete leggere una cronaca più completa. Qui trovate il comunicato emesso dagli anarchici arrestati il 9 gennaio.

Liberi tutti! Libere tutte!

Federazione Anarchica Torinese – FAI 

Posted in Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , .


Tiri sassi alla polizia? È legittima difesa!

IMMIGRAZIONE: CROTONE; SCONTRI CON CC, BLOCCATA SS 106La sentenza di assoluzione di tre immigrati accusati di resistenza e lesioni per aver dato vita ad una rivolta nel CIE di S. Anna ad Isola di Capo Rizzuto ha suscitato grande scalpore.
Non capita tutti i giorni che tre senza carte arrestati dopo diversi giorni sul tetto, tirando tutto quello che avevano contro la polizia, vengano assolti per legittima difesa.
La legittima difesa viene applicata quando un imputato ha commesso un danno, ma questo danno è decisamente inferiore ai soprusi subiti o rischiati.
Di solito queste sentenza vengono emesse per liberare qualche negoziante troppo esuberante che spara e ammazza chi aveva provato a rapinarlo. In un paese dove la giustizia è giustizia di classe di solito le cose vanno così.
Va da se che la notizia della sentenza emessa a Crotone dal giudice Edoardo D’ambrosio ha suscitato stupore e anche qualche speranza di una significativa inversione di rotta della magistratura nelle scelte che riguardano un reato amministrativo come la detenzione extragiudiziale nei CIE.
Vale tuttavia la pena di cercare di capire meglio cosa sia accaduto.

Continued…

Posted in immigrazione, Inform/Azioni.

Tagged with , .


No Tav. Alla sbarra la resistenza alle trivelle

no tav no sondaggi pGennaio e febbraio saranno mesi cruciali per gli attivisti incappati nella repressione dello Stato. Martedì 8 gennaio ha preso il via il processo contro otto No Tav accusati di resistenza per uno degli episodi della lotta contro la campagna di trivellazioni del 2010. Era il 7 febbraio, il freddo era intenso all’autoporto di Susa, dove si tenevano le assemblee di movimento per decidere le iniziative di contrasto di quel primo gigantesco sondaggio politico nei confronti del movimento No Tav, che resistette con molta determinazione, al punto da obbligare il governo a interrompere le verifiche geognostiche quando ne erano stati fatte poco più di un terzo.
In quei giorni di gennaio, febbraio e marzo la polizia dispiegò centinaia di uomini in armi a difesa di pochi metri quadri di terreno dove venivano fatti i lavori, luoghi scelti con cura tra quelli più facilmente isolabili e controllabili.
Un corteo partì sull’autostrada verso la zona delle trivelle, quando un gruppo dell’antisommossa si parò davanti, la gente aveva in mano i grossi randelli con cui era solita percuotere il guard rail come colonna sonora della protesta. Tre scudi di plexiglas furono danneggiati, la polizia si ritirò e il corteo proseguì sin di fronte alla trivella circondata da centinaia di uomini e mezzi per poi tornare all’autoporto.
Continued…

Posted in Inform/Azioni, no tav, repressione/solidarietà.

Tagged with , , .


Una bomba tra le nostre case

nucleare4 violaLo sai che in Piemonte di notte passano treni pieni di scorie nucleari?

Il tam tam degli antinuclearisti ha fatto filtrare la notizia che nella notte tra domenica 13 e lunedì 14 gennaio passerà per il Piemonte un treno pieno di scorie nucleari. Secondo altre fonti la fuga di notizie potrebbe far slittare il passaggio forse già alla notte tra martedì 15 e mercoledì 16 gennaio.

 Domenica 13 ci sarà un appuntamento di informazione e lotta alla stazione di Avigliana dalle 20 in poi per una lunga notte antinucleare con musica, volantini, cibo condiviso.
Se il trasporto verrà rimandato diamo sin da ora appuntamento a martedì alle 20.

Restate comunque in ascolto di Radio Blackout – 105.250 FM – per gli aggiornamenti..

Questi “viaggi” sono tenuti nascosti alla popolazione. Non ci dicono quando passano, da dove passano, non ci informano sui rischi in caso di incidente. Temono che, se sapessimo, ci ribelleremmo.
Il prossimo sarà il quarto trasporto di scorie dal deposito “provvisorio” di Saluggia all’impianto di riprocessamento di La Hague.
Nell’ultimo anno, pur avendolo appreso pochi giorni o persino poche ore prima, gli attivisti contro il nucleare si sono dati da fare per far sapere a tutti che una bomba atomica viaggiava a pochi passi dalle loro case.
La prima volta, nel marzo 2011 alla stazione di Condove, la polizia picchiò e arrestò due No Nuke
Nell’aprile dello scorso anno, qualche centinaio di attivisti si sedette sui binari della stazione di Avigliana per rallentare il treno. La polizia portò via uno ad uno gli antinuclearisti ma il muro del silenzio venne abbattuto. I trasporti sono stati interrotti sino al luglio di quest’anno, quando per far passare il Castor, arrivarono a sequestrare per ore un treno pieno di antinuclearisti alla stazione di Bussoleno.
La Regione Piemonte ha una legge che prescrive che venga fatto un piano di emergenza in caso di incidente a uno di questi treni. Lo sapevi?
Tutti quelli che abitano nel raggio di tre chilometri per lato dalla ferrovia dovrebbero fare le esercitazioni nel caso uno di questi treni deragliasse o saltasse per aria.
Probabilmente nessuno te lo ha detto. I responsabili delle ferrovie, il sindaco, la prefettura, la questura tengono la bocca chiusa.
Continued…

Posted in ambiente, Inform/Azioni.

Tagged with .


Niscemi. Sgomberati i blocchi contro il radar assassino

muos-at-naval-computer-and-telecommunications-area-master-station-pacific-wahiawa-hawaiiMuos. Questo acronimo Mobile User Objective System descrive un sistema di comunicazioni satellitari (SATCOM) ad altissima frequenza (UHF) e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, una delle quali è in fase di realizzazione in Sicilia, nei pressi di Niscemi. A Niscemi, dove già le radiazioni elettromagnetiche delle installazioni militari statunitensi nel parco della sughereta superano i limiti oltre i quali la salute è a rischio, la popolazione si oppone con fermezza all’installazione del un nuovo potentissimo radar. Nel paese i tumori all’apparato genitale sono in aumento.
La lotta della popolazione di Niscemi, dei comitati popolari contro il Muos che sono sorti in tante parti della Sicilia è divenuta nel tempo sempre più radicata e radicale, rinforzandosi e respingendo al mittente i tentativi dei fascisti di legittimare la propria presenza nella lotta.
La lotta dei No Muos è passata dalla testimonianza all’azione diretta. Per oltre due mesi, oltre al presidio permanente sono state attuate azioni di blocco in tutti gli accessi alla base militare statunitense, dove dovrebbe essere installato il super-radar.
La risposta del governo è arrivata nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, quando con ingente spiegamento di forze hanno brutalmente spezzato i blocchi e fatto entrare con la forza la gru necessaria al proseguimento dei lavori.
Leggi qui il resoconto ragionato della Federazione Anarchica Siciliana.

Ascolta la cronaca  della nottata di lotta da Pippo Gurrieri
Di seguito il comunicato emesso dai compagni e dalle compagne della FAI, riuniti a Milano lo scorso 13 gennaio.
Continued…

Posted in ambiente, antimilitarismo, Inform/Azioni, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , .


Grecia. Resistenza dignità solidarietà

arresti pIeri c’è stata la rioccupazione e il lo sgombero di Villa Amalias, una delle più antiche esperienze di autogestione di Atene. Di seguito la dichiarazione dei 93 anarchici arrestati scritta all’interno del quartier generale della polizia.
Qui alcuni video sulla giornata di lotta.

Lo faremo ancora, ogni volta sarà necessario.
Nulla di meno che la nostra posizione non negoziabile per gli spazi sociali che ci sostengono. Nulla di diverso da quello che diciamo e quello che facciamo tutti questi anni in squat, in spazi auto-organizzati, nelle manifestazioni, negli scioperi e per le strade.
Per questi motivi, le autorità che hanno schierato le guardie armate fuori Villa Amalias non riusciranno a deprimerci, a rompere il nostro morale, a farci smettere, a rinunciare.
Oggi, 9 gennaio, abbiamo rioccupato l’edificio di Villa Amalias sotto il naso delle forze repressive che stavano di guardia. Un edificio legato alla storia del movimento sovversivo negli ultimi 22 anni, ma anche agli ideali e a tutto quello che significa per noi.
Fin dal primo momento è stata alzata una bandiera e è stato messa in funzione l’amplificazione al fine di leggere i testi. Allo stesso tempo, centinaia di persone in solidarietà si sono riunite intorno allo squat.
Due ore più tardi, e senza la presenza di un avvocato, le forze di Ekam (polizia anti-terrorismo), sostenuto da tutti i tipi di unità di polizia, più un elicottero, hanno fatto irruzione nello squat per arrestarci.
Poco dopo, i compagni hanno occupato il quartier generale del partito governativo Sinistra Democratica (DIMAR), mettendo in evidenza il completo allineamento di questo partito con le scelte di Samaras e del ministro dell’ordine pubblico Dendias. Dopo l’intervento della polizia, tutti i 40 compagni sono stati arrestati.
Lo Stato, nel suo tentativo di fermare le azioni di solidarietà che si sono immediatamente organizzate, ha scelto di sgomberare un altro spazio sociale, lo squat di Patision 61 e Skaramanga, arrestando otto compagni.
Abbiamo rioccupato Villa Amalias presidiata sapendo che saremmo stati attaccati e, ovviamente, che ci sarebbero stati arresti. Lo faremo ancora una volta, tutte le volte che occorre, per questo e per qualsiasi altro spazio sociale di resistenza che potesse finire sotto attacco. Lo diciamo ancora una volta, instancabilmente: né le armi, né le loro calunnie ci possono spaventare. Continued…

Posted in autogestione, Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , , .


Atene. Occupazioni, sgomberi, arresti di massa

villa-9-1-2013Mercoledì 9 gennaio. Centinaia di anarchici hanno rioccupato villa Amalias, sgomberata dalla polizia lo scorso 20 dicembre. La polizia ha circondato lo stabile e lanciato ripetutamente lacrimogeni all’interno, prima dell’irruzione del l’anti-sommossa (squadroni MAT e YMET) insieme con le unità speciale antiterrorismo Ekam.
I 101 compagni che si trovavano all’interno sono stati arrestati.
Tutti sono usciti con il pugno levato cantando.
In contemporanea una quarantina di solidali hanno occupato la sede del partito governativo Dimar (“Sinistra Democratica”) a Metaxourgeio. Anche qui la polizia è intervenuta sgomberando l’edificio e arrestando gli occupanti.
Nel pomeriggio si è svolta un’assemblea al Politecnico.
In contemporanea la polizia ha fatto irruzione in un’altra delle occupazioni storiche di Atene, Skaramaga: all’interno c’erano sette compagni che hanno presenziato alla perquisizione.
Un presidio di solidarietà con gli arrestati è stato convocato per le 18 in viale Alexandras, sede della questura ateniese.
Sabato 12 gennaio è in programma una manifestazione in difesa delle occupazioni sotto attacco da parte del governo tripartito.

Aggiornamenti a giovedì 10 gennaio. Dei 140 compagni arrestati di ieri ad Atene, 40, quelli presi all’occupazione della sede del partito Dimar, sono stati rilasciati, stessa sorte dovrebbe toccare ai sette presi durante lo sgombero di Skaramaga, restano invece in carcere i compagni che si trovavano dentro Villa Amalias al momento dell’irruzione della polizia. Le accuse, probabilmente pesanti, debbono essere ancora formulate. Tra i compagni ancora in mano della polizia c’é Nikos, del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene. Nikos due anni fa venne in Italia per un giro di conferenze. Noi l’abbiamo reincontrato in ottobre ad Atene, in occasione della conferenza sul movimento No Tav organizzata dai compagni al Politecnico. 
In quell’occasione ne abbiamo potuto apprezzate l’intelligenza e l’impegno nell’assemblea popolare del suo quartiere. A lui e a tutti gli arrestati va la nostra solidarietà.

Posted in Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , , .


Il prezzo di due assassini

Immaginate di aver trascorso l’ultimo anno senza leggere giornali, ascoltare la radio, vedere la TV. Poi leggete i giornali, ascoltate la radio, guardate la TV. Che impressione ricavereste alla notizia del “ritorno a casa” dei marò?
Le immagini dei due che scendono dall’aereo in uniforme, che fanno dichiarazioni ai media quando ancora sono sulla pista di atterraggio, la notizia della visita alle famiglie, la retorica nazionalista sui “nostri” ragazzi vi farebbero pensare alle vittime di una disavventura che tornano a casa. Ad accogliere Girone e Latorre c’è il ministro degli Esteri Terzi, l’ammiraglio Binelli Mantelli. Il presidente della Repubblica Napolitano lo incontrano al Quirinale.
Immaginereste che i due fossero stati rapiti dai pirati e poi liberati, una storia alla Salgari, con inversione dei ruoli tra buoni e cattivi.
Invece no.
Continued…

Posted in antimilitarismo, Inform/Azioni, internazionale.

Tagged with , .


Il maestro capellone

A cavallo tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta un giovane maestro viene allontanato dall’insegnamento per cinque lunghi anni. Le sue idee erano troppo sovversive.
A quell’epoca la scuola elementare era simile ad una piccola caserma. I bambini separati dalle bambine, le divise, lo stare sull’attenti, il recitare la preghiera, l’alzarsi in piedi quando entrava l’autorità, lo stare per ore immobili, “composti” nei banchi.
Gianni si nutre delle idee e delle esperienze di Celestin Freinet, del nativo canadese Wilfred Peltier, della scuola pedagogica statunitense.
Gianni, quando arriva in classe da del tu ai bambini, non li rinchiude nell’aula, li porta fuori a toccare con mano le cose: il fiume, gli alberi, ma anche la realtà sociale, quella dei profughi istriani delle Vallette, quella dei napoletani emigrati in gran numero a Cirié, all’imbocco delle valli di Lanzo.
A Cirié complice una mamma che sapeva riparare le bici, i bambini partono ad esplorare il territorio per capire la cosa più importante: le domande da fare, la curiosità che nasce dall’esperienza, il proprio percorso nella vita. Con le bici Gianni e i suoi bambini arrivano ad invadere la pista dell’aeroporto di Caselle, per vedere come erano fatti gli aerei, con i quali i più fortunati partivano per paesi favolosi, che ai ragazzini della Ciriè operaia erano preclusi. Tante imprese, tanti viaggi, soprattutto viaggi nella realtà sociale, dove si parla di licenziamenti, dove i bambini occupano l’ufficio del sindaco perché a scuola fa freddo.
Storie di frontiera in una scuola che oggi non è più fatta di autorità e disciplina anche grazie ai partigiani dei bambini come Gianni Milano.
Oggi Gianni ha settan’anni, i suoi capelli sono diventati bianchi, ma sono rimasti lunghi, come ai tempi in cui si guadagnò il soprannome dispregiativo, ma portato con orgoglio, di “maestro capellone”.
Lui non ne parla, ma se date un’occhiata ai libri, alle riviste, alla storia di quegli anni speciali scoprirete che è stato tra i protagonisti della cultura beat nel nostro paese.
Questo mese Arivista ha pubblicato un’intervista in cui parla della sua tesi sulla pedagogia libertaria.
Oggi, con la sua parlantina sciolta e il suo stile da vecchio maestro, lo trovate nei posti dove la gente sceglie di essere protagonista, di alzarsi in piedi, di costruire da se il proprio cammino.
Non di rado lo vedrete volteggiare con la sua bandiera No Tav a Torino e in Valle, o al Balon, dove si mescola con gli anarchici e i senzapatria.
Ascolta la lunga chiacchierata con Gianni

scarica l’audio

Posted in Inform/Azioni, pedagogia libertaria, torino.

Tagged with , , , .


Atene.‭ ‬Attacco a Villa Amalias.‭ ‬Otto arresti

Nella mattinata del 20 dicembre la polizia ha fatto irruzione a Villa Amalias, il più longevo dei posti occupati nella capitale greca.
La polizia ha perquisito per ore lo squat alla presenza di un procuratore e di uno degli occupanti: alla fine l’edificio è stato sigillato e circondato da centinaia di agenti in assetto antisommossa.
Nonostante i risultati della perquisizione, effettuata con il pretesto della ricerca di droga, fossero ridicoli,otto anarchici di Villa Amalias, sei greci e otto tedeschi, sono stati arrestati.
Le accuse nei loro confronti sono pesantissime: detenzione di esplosivi e di armi. Gli otto compagni sono reclusi nella sede centrale della polizia in viale Alexandras e vi resteranno sino a domani quando è prevista l’udienza nei loro confronti.
Il ministro dell’Ordine pubblico Dendias ha dichiarato che Villa Amalias era il centro di illegalità e che ora, grazie al coraggio del primo ministro Samaras, la legalità è stata ripristinata.
La mattina dello sgombero centinaia di anarchici si sono recati di fronte allo squat per manifestare la loro solidarietà. Contemporaneamente numerosi compagni si sono recati in municipio per fare pressione sul sindaco e sull’amministrazione. Più tardi si è svolta un’assemblea nei pressi dell’Università. In serata si è svolto un corteo di solidarietà cui hanno preso parte circa mille persone, che si è concluso nei pressi di Villa Amalias.
(questo report è stato stilato sulla base del comunicato emesso dal gruppo dei comunisti libertari di Atene)

Aggiornamento al 25 dicembre.
Gli otto anarchici arrestati sono stati tutti rilasciati. Villa Amalias è sempre circondata dall’antisommossa
Di seguito alcuni lunghi stralci dal comunicato emesso ieri dagli occupanti di Villa Amalias che promettono un “natale nero” al governo.
“Con quale acrobazia logica possono definire bottiglie di birra vuote “materiali per la fabbricazione di molotov”? In un luogo dove c’é una sala per concerti musicali e un caffè-bar è assurdo che ci sia un gran numero di bottiglie di birra vuote? Cosa vuol dire “materiale infiammabile”? Parlano forse dei liquidi per la pulizia della macchina tipografica che funziona nell’occupazione? Certo c’erano le maschere antigas, che ogni manifestante che rispetta la sua salute deve avere. E’ ovvio che ci fossero alcuni mezzi elementari di autodifesa (petardi, fionde, ecc.) in un luogo che è stato più volte attaccato dalle bande paramilitari. A Villa Amalias  ci sono stati incendi dolosi, accoltellamenti, pestaggi: il culmine fu nel 2008, quando l’allora ministro dell’ordine pubblico Markogiannakis ha visitato i “residenti” di Piazza Pantaleimonas e pochi minuti dopo la sua partenza siamo stati attaccati…

Continued…

Posted in Inform/Azioni, internazionale, repressione/solidarietà.

Tagged with , , , , .


Tra Stato e mercato. La governance di internet

Il vertice ONU di Dubai su internet è durato ben 11 giorni, dal 3 al 14 dicembre. La delegazione più numerosa, quella statunitense, era di ben 190 membri tra cui gli executive di Google, Microsoft, Yahoo, Facebook e altri giganti informatici. La battaglia, poco seguita dai media ma cruciale come cruciale è oggi lo snodo di potere rappresentato dal controllo delle telecomunicazioni, si è svolta negli Emitati Arabi Uniti, uno dei paesi che maggiormente censura internet.
Nella partita che ci è giocata da un lato c’erano gli stati che volevano regolamentare e controllare internet, dall’altra quelli i cui interessi economici cozzano contro una eccessivo controllo della rete.
Alla fine il tentativo di Russia, Cina, Arabia Saudita e molti altri paesi arabi di imporre un rigido controllo sulla comunicazione telematica è sostanzialmente fallito. Non c’è stata una posizione comune nemmeno sulle tariffe per l’accesso al web.
La decisione di Amadoun Touré, il maliano a capo dell’ITU, l’agenzia ONU sulle telecomunicazioni, di indire un vertice a Dubai era parsa ai sostenitori del controllo l’occasione buona per mettere le briglie al net. L’opposizione di Europa, Giappone, Australia e, soprattutto, Stati Uniti è stata tale da impedire ogni accordo.
Gli amanti della libertà si astengano tuttavia dal recitare un peana per gli Stati Uniti, perché i motivi dello schieramento secco sono decisamente più prosaici.
Creato da Washington come sistema di comunicazione militare, Internet ha il marchio del “Made in Usa”. Il Dns (Domain name system), che è l’unico polo centrale del web e regola il nome dei siti e i loro indirizzi, fa capo all’Icann, una associazione nonprofit americana. La Casa Bianca non ha nessuna voglia di cedere questa fonte di controllo e sulla Rete. D’altra parte le pressioni in senso contrario non sembrano ispirate dal desiderio di rendere più democratica la governance del web, quanto di metterlo sotto il controllo del potere politico.
In tutto questo la libertà, come è ovvio, c’entra ben poco.
Anarres ne ha parlato con Lorcon, un mediattivista che segue con attenzione queste vicende. Ne è scaturita una discussione, che al di là delle cronaca, ha investito altri temi, dai social network, all’uso intelligente della Rete.
Ascolta l’intervista
Scarica l’audio

Posted in Inform/Azioni, internazionale.

Tagged with .


Amnistia, carcere e leggi di classe

Lo sciopero elettorale di Marco Pannella ha fatto parlare molto della sua salute, decisamente meno della situazione nelle carceri italiane. Sebbene il sovraffollamento, il moltiplicarsi dei suicidi, le condizioni igieniche terribili siano ormai ammessi anche dalle istituzioni, al momento non pare delinearsi una possibile via d’uscita. Né momentanea né di lungo periodo.
I vari governi che si sono succeduti hanno propagandato la costruzione di nuove carceri, ma (fortunatamente) non hanno trovato i soldi per farle. Di amnistia o indulto neanche a parlarne: non procurano voti. Al momento l’unico provvedimento annunciato dal governo che si è appena dimesso è l’estensione della detenzione domiciliare.
Ovviamente di modifica delle leggi che hanno riempito le carceri e le riempirebbero di nuovo anche dopo l’amnistia nessuno ne vuol sapere.
Tre sono le leggi che in questi anni hanno contribuito a coniugare nella lingua di chi governa e di chi sfrutta una legislazione dall’impronta già vivacemente classista. Ricordiamo che nel nostro paese vengono puniti in modo molto più grave i reati contro il patrimonio che i delitti contro le persone – eccetto quelli più gravi.
Le leggi che hanno riempito le carceri in questi anni sono la Bossi-Fini sull’immigrazione, che prevede il carcere per chi non abbia ottemperato ad un ordine di espulsione, la Fini-Giovanardi che ha equiparato droghe leggere e droghe pesanti, spalancando le porte delle prigioni per qualche fumatore di spinelli, la Cirielli sulla recidiva che comporta la reclusione per un reato anche lievissimo se la condanna colpisce un recidivo.
Il carcere è una discarica sociale, l’amnistia potrebbe essere una boccata di libertà per molte persone, resta il fatto che solo una società scarcerata potrebbe farla finita con mura e gabbie.
Anarres ne ha parlato con Roberto Barbieri di Psycoatthiva.
Ascolta l’intervista

Scarica l’audio

Posted in Inform/Azioni, repressione/solidarietà.

Tagged with .


Notte di luci in Clarea. E la torre faro viene giù

Venerdì 21 dicembre c’è stata la Notte di Luci dal presidio di S. Giuliano alla Val Clarea.
L’appuntamento era al presidio di S. Giuliano, in piazza d’armi a Susa, al campo sportivo di Giaglione alle 19,15.
A Susa i No Tav portano una ghirlanda di auguri decorata con lacrimogeni alla sindaco Gemma Amprino: glieli lasciano appesi al cancello della villetta dove abita.
Poi ci si ritrova tutti insieme a Giaglione: vin brulè e panettone per scaldarci in una notte bellissima ma gelida poi in cammino verso la Clarea occupata. C’è una bella luna e le luci quasi non servono. Alle reti balli e sfottò verso le truppe: con i No Tav c’è anche uno zampognaro. Poi, magie No Tav, una torre faro, cede ai canti e si spegne. Un angolo di Clarea sembra un po’ meno un campo di concentramento.
Guarda le foto di Luca Perino

Posted in ambiente, Inform/Azioni, no tav.

Tagged with , .