L’estromissione di Sergio Bellavia dalla segreteria della FIOM secondo alcuni rappresenta la normalizzazione del sindacato metalmeccanico, piegato a forza alla linea politica della segreteria del maggiore sindacato italiano.
Sebbene in molti ci sperino, specie gli stalinisti di USB che li corteggiano da lungo tempo, è improbabile una repentina uscita dalla Fiom della componente di “sinistra” guidata da Giorgio Cremaschi. Le ragioni sono le medesime per le quali “l’anomalia” Fiom è sempre stata più nei proclami di bandiera che nella sostanza dello scontro con un padronato sempre più duro ed aggressivo. È quasi banale: un apparato burocratico fatto di funzionari pagati non si smonta come un giocattolo per bambini.
D’altra parte è sufficiente fare un breve excursus sulle scelte di un sindacato che non ha mai esitato a firmare accordi che escludessero dalla rappresentanza le componenti più radicali del sindacalismo di base per cogliere quanto lieve fosse quell’anomalia. Indubbiamente oggi persino la labile opposizione in Fiom andava normalizzata. Se Camusso dovette spedire il segretario regionale a “consigliare” ai lavoratori e alla Fiom di dare un assenso tecnico al modello Pomigliano, oggi non può più permettersi strappi. Monti è stato chiaro: il punto di partenza per trattare con le parti sociali sono gli accordi del 18 giugno 2011.
Ne abbiamo chiacchierato con Pietro Stara.
Ascolta l’intervista
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Fiom. La fine di un’apparente anomalia
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– 27 Ottobre 2012
Monti si candida a succedere a se stesso
La legge di stabilità messa in cantiere dal governo Monti è un abile pastiche, in cui si mescolano vecchie misure, dimenticate e riciclate (cartelle cliniche on line, carta d’identità digitale, etc) con una buona dose di macelleria sociale e di retorica antitasse.
Si taglia un poco l’Irpef ma si aumenta la tassa sui consumi, si butta via un altro grosso pezzo di sanità pubblica, travestendolo da razionalizzazione mentre si fa un regalo alla lobby tav, per tranquillizzare gli inquieti cugini d’oltralpe, la cui corte dei conti ha da tempo bocciato la nuova linea.
L’esecutivo guidato da Mario Monti, in un clima di pace sociale quasi irreale, traghetta il paese verso il peggio.
In quanto ai privilegi li si lima ma non li si intacca. La chiesa cattolica ancora una volta ne esce con eleganza: le sue botteghe continueranno a fare affari senza il fastidio di versare l’obolo allo Stato.
Ascolta l’intervista di anarres a Francesco Carlizza, trasmessa la scorsa settimana su radio blackout
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Ascolta anche il suo intervento sull’affaire Imu/chiesa cattolica.
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– 27 Ottobre 2012
Avigliana. 400 poliziotti per 30 PD
Il convegno “sul futuro della Valle” indetto dal PD ad Avigliana, è stato una dimostrazione di impotente arroganza. Tra i trenta e i cinquanta partecipanti, compresi i relatori, si sono ritrovati all’hotel Ninfa di Avigliana, che ormai da anni campa sull’occupazione militare, ospitando le truppe di stanza alla Maddalena e i loro sponsor politici.
C’era il sottosegretario ai trasporti, un paio di onorevoli (Fassina, Esposito, Placido), una manciata di imprenditori cotti e stracotti, i segretari di CIGL, CISL, UIL, l’uomo Tav Virano, e vari altri della stessa razza. A fare da chaperon Esposito e il figliol prodigo Antonio Ferrentino, che, per essere sicuri di non incappare nei No Tav, in albergo ci hanno anche dormito. Assenti sia il sindaco di Avigliana, che la maggior parte degli esponenti PD della Val Susa. I lavoratori della vicina Azimut hanno rifiutato l’invito ed alcuni erano anche al presidio.
Intorno all’albergo per l’intera giornata sono stati schierati 400 uomini e donne in armi, tra carabinieri e poliziotti dell’antisommossa oltre a un nugolo di digos e ros.
Dopo l’uscita di Avigliana est della A32, il territorio era completamente militarizzato: la statale 25 è stata bloccata dalle truppe per l’intera giornata.
Tutto questo apparato per tenere lontani dall’ingresso dell’albergo circa 200 No Tav.
Qualcuno è riuscito a fargliela comunque in barba, mentre i più si sono radunati nei pressi dei due blocchi che chiudevano in una morsa di ferro l’area dell’albergo, il parcheggio, e numerose piccole e grandi ditte. Alcuni non sono riusciti a lavorare, perché il blocco di polizia ha impedito l’ingresso dei clienti e dei fornitori. Camionisti esasperati sono stati obbligati a fare marcia indietro da poliziotti che non volevano sentire altre ragioni che quelle del PD.
Non sono mancati alcuni brevi momenti di tensione quando sono arrivati Placido e Virano, vivacemente contestati dai No Tav. Un gruppetto di No Tav che era riuscito a infilarsi nei pressi dell’albergo è stato spintonato e preso a calci dai poliziotti, all’arrivo del presidente della Provincia Saitta. Altre spinte e scudate anche in mattinata al blocco più a ovest.
Ancora una volta il PD ha dimostrato che le sue sole ragioni sono quelle della forza.
Ascolta le dirette di radio Blackout dal presidio No Tav di Avigliana
Guarda le foto sui siti di Stampa e Repubblica
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– 23 Ottobre 2012
Grecia. Tra rivolta sociale e fascismo
Tre scioperi generali in meno di un mese sono il sintomo di un disagio sociale profondo, che gli ulteriori tagli di 11,5 miliardi pretesi dalla Trojka (FMI, BCE, UE) in cambio di un ulteriore prestito di 32 miliardi, non potranno che approfondire.
Questi scioperi, ultimo è stato il 18 ottobre, nonostante la paralisi pressoché assoluta di buona parte delle attività produttive e dei servizi, non sono riusciti a fermare il governo guidato dal conservatore Antonis Samaras, che continua in una linea di rigore che ha messo in ginocchio buona parte della popolazione greca. La disoccupazione giovanile arriva al 60%, i salari e le pensioni non coprono le spese essenziali, negli ospedali c’é carenza di medicine.
Diversamente dallo sciopero del 26 settembre non ci sono stati arresti preventivi tra le assemblee di quartiere: la forte reazione a questa forma di repressione anticipata ha evidentemente dissuaso la polizia dal proseguire su questa strada.
Tanta parte delle reti di solidarietà che in qualche modo arginavano il dilagare della povertà stanno saltando, mentre la disaffezione alla partecipazione diretta è in aumento. Gli scioperi delle ultime tre settimane non sono stati totali come in passato, i disoccupati non hanno partecipato alla manifestazione del 18 ottobre, che al termine dei consueti scontri finali ha un bilancio di un morto per infarto, tre feriti gravi per le botte.
In questo contesto si allarga il consenso sociale della destra neonazista che, secondo alcuni sondaggi, in caso di voto vedrebbe raddoppiato il pur considerevole bottino racimolato all’ultima consultazione, collocandosi al terzo posto dopo Syriza e Nea Democratia.
La politica dei nazisti è molto semplice e molto efficace: coniugare la violenza contro stranieri ed immigrati con la costruzione di reti di solidarietà finanziate dalla chiesa ortodossa e da alcuni imprenditori amici.
Anarres ne ha parlato con Simone Ruini, della commissione relazioni internazionali della FAI, che mantiene un contatto costante con i compagni greci del gruppo dei Comunisti Libertari di Atene, che stanno sviluppando una interessante riflessione sulla necessità di coniugare un forte conflitto sociale e una pratica di contrasto diretto delle presenza neonazista con la nascita di reti solidali tra città e campagna.
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– 22 Ottobre 2012
Saluzzo. I forzati della raccolta della frutta
Saluzzo e i paesi intorno vivono di un’agricoltura florida, basata sulla frutta, dalle pesche ai kiwi.
Ormai da qualche anno, all’inizio dell’estate arrivano in zona molti immigrati africani, per partecipare alla roulette alla raccolta. Si tratta di lavoratori quasi sempre provenienti dal nord est, dove la crisi ha fatto tabula rasa. Lavoravano in fabbriche medie e piccole che hanno chiuso o spostato la produzione dove il lavoro costa molto meno, persino meno delle paghe da fame date agli immigrati, sottoposti al ricatto del permesso di soggiorno agganciato come una catena al lavoro in regola con i libretti.
Gli operai si sono trasformati in braccianti, che viaggiano da nord a sud al ritmo delle stagioni di raccolta. I padroni avevano dichiarato un fabbisogno di 70 persone: ne sono arrivate circa 400 ma quasi tutti hanno lavorato. Cinque euro l’ora, di cui solo una piccola parte versata in busta, il resto arriva tutto in nero. Più dei tre euro che prenderanno quando scenderanno a sud ma pur sempre una miseria. Per il resto la musica è la stessa in tutta la penisola: niente accoglienza, niente tetto, niente servizi. Sino allo scorso anno l’approdo naturale erano i vecchi magazzini della stazione, abbandonati e in disuso da anni. Quest’anno li hanno rasi al suolo. Gli immigrati hanno vissuto in campi di fortuna sotto tendoni prestati da questo o da quello, ottenuti grazie alle lotte.
Ne abbiamo parlato con Lele del comitato antirazzista saluzzese.
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– 21 Ottobre 2012
Il PD discute di sviluppo della valle. I No Tav vanno a suonargliele con pentole e fischietti
Lunedì 22 ottobre il PD organizza un convegno all’hotel Ninfa di Avigliana sul tema “Sviluppo della valle”.
Ci saranno Antonio Ferrentino, uomo per tutte le stagioni, Mario Virano presidente dell’osservatorio, commissario straordinario per la Torino Lyon e presidente della CIG, Stefano Esposito, il parlamentare PD che sul Tav in Val di Susa ha scommesso la carriera. Parteciperanno anche il presidente della Provincia Saitta, i capoccia di LTF, della camera di Commercio e dei giovani confindustriali, oltre ai giornalisti Gatta e Boffano. Non potevano far mancare la loro presenza i segretari provinciali dei tre sindacati di Stato, Cigl, Cisl e Uil, uniti per un mondo peggiore, dove si tagliano servizi, sicurezza, salute e istruzione ma si finanziano le grandi opere che servono solo gli interessi dei partiti e del loro parco di amici e clienti.
I NO Tav non sono stati invitati ma ci saranno lo stesso per suonargliele ben bene a tutti. Arriveranno armati di pentole, coperchi, fischietti e della consapevolezza che l’arroganza dello Stato e dei suoi comitati di affari ha impiegato un anno e mezzo per fare un sondaggio e devastare un angolino di valle. Hanno usato la violenza, la magistratura e persino l’esercito, ma non sono riusciti a piegare la resistenza No Tav.
Appuntamento alle 8 (puntuali!) in viale Ghandhi 9, all’hotel Ninfa di Avigliana, lo stesso che ha più volte ospitato le truppe di occupazione.
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– 21 Ottobre 2012
Nessuna pace per chi fa guerra
Sabato 20 ottobre dalle 10 all’una
presidio antimilitarista al Balon
via Andreis angolo via Borgodora
in solidarietà con gli anarchici sotto processo per aver irriso le forze armate e bruciato la bandiera
Venerdì 26 ottobre
ore 11 aula 52
Processo agli antimilitaristi
Venerdì 26 ottobre
in corso Palermo 46
ore 20 aperi-benefit per gli antimilitaristi colpiti dalla repressione.
Segue proiezione del film “Il Leone del deserto” di Moustapha Akkad (1981)
(questo film, censurato in Italia, solo da poco circola liberamente)
Domenica 4 novembre
mostra antimilitarista itinerante
Venerdì 16 novembre
ore 21 in corso Palermo 46
L’assassinio di Francesco Mastrogiovanni. Serata antipsichiatrica con Robertino Barbieri di Psychoattiva, Pisa Continued…
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– 19 Ottobre 2012
Alessandria d’Egitto. Tre anni di galera per uno sciopero
Cinque esponenti dei sindacati indipendenti egiziani sono stati condannati a tre anni di reclusione per uno sciopero dei lavoratori impiegati nella movimentazione dei container nel porto di Alessandria.
La corte penale della città ha emesso la sentenza il 23 settembre. La condanna è conseguente allo sciopero e alla richiesta di dimissioni del consiglio di amministrazione dell’Autorità portuale accusata di corruzione. Tra gli obiettivi dei lavoratori il ritorno ad una gestione statale delle banchine del porto oggi affittate e non meglio note società cinesi.
La denuncia nei confronti dei cinque lavoratori e dei membri della segreteria del sindacato indipendente è partita dal presidente dell’Autorità portuale che li ha accusati di aver danneggiato le strutture, messo a repentaglio la salute e di aver fatto picchetti che avrebbero impedito l’accesso al lavoro di carico e scarico delle navi.
L’avvocato degli operai ha richiesto una perizia indipendente perché valutasse l’effettiva entità dei danni eventualmente arrecati. Nonostante ciò i cinque sono stati condannati in contumacia.
Si tratta di Ahmed Hassan Sadek (presidente del sindacato indipendente della Compagnia), Yusry Marouf (segretario generale), Ashraf Ibrahim, Mohamed Abdel Monem and Essam Eldin Mohamed Mabrouk (rappresentanti dei lavoratori nei negoziati con i capi della zona militare del nord, incaricati di presentare le richieste dei lavoratori durante lo sciopero dello scorso marzo).
I lavoratori e i sindacati indipendenti non sono disposti a mollare ed accettare la cancellazione dei diritto di sciopero.
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– 6 Ottobre 2012
Atene. Antifascisti in motocicletta
Domenica 30 settembre si sono verificati scontri tra antifascisti e fascisti nel centro di Atene, nella sona tra piazza Amerikis e via Alexandra, non lontano dal centro sociale tanzaniano attaccato dai nazisti pochi giorni prima. I compagni, alla loro terza ronda antifascista in motocicletta, hanno attaccato i fascisti nei pressi di aghios Panteleimonas.
La quadra Delta della polizia è intervenuta a dare man forte ai fascisti (in Grecia oltre il 50% dei poliziotti ha votato per il partito di estrema destra “Alba dorata”). L’esito della serata sono stati numerosi feriti e 23 fermi.
I compagni sono stati condotti al sesto piano della questura, dove sono stati pestati e umiliati dai poliziotti della squadretta motociclista, che li hanno fotografati minacciandoli di morte “sappiamo chi siete, ci prepariamo a seppellirvi come abbiamo fatto con i vostri nonni durante la guerra civile”.
Il giorno successivo un presidio di solidarietà è stato violentemente caricato e quattro compagni sono stati fermati.
Il 4 ottobre a 19 compagni è stato confermato l’arresto ma sono stati liberati dietro pagamento di 3000 euro di cauzione.
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– 5 Ottobre 2012
Grecia. Lo sciopero generale tra rivolta sociale e autogestione
Lo sciopero generale del 26 settembre era il primo grande appuntamento di lotta dopo le giornate di febbraio, quando ad Atene la rivolta sociale assunse i caratteri di insurrezione popolare.
Il governo Samaras si accinge a piegarsi alle ennesime – durissime – pretese della trojka (UE-FMI-BCE) che significano ulteriori tagli al reddito di lavoratori e pensionati. Il bottino che la trojka pretende sono altri 11,5 miliardi si euro, oltre alla drastica riduzione di tutele per i lavoratori.
In questi ultimi anni sono nate e cresciute numerose esperienze di autogestione territoriale. Le assemblee di quartiere sono oggi i luoghi dove, oltre alla resistenza, si creano forme di autogoverno, capaci di mettere insieme la lotta contro il governo e i padroni con l’autonomia nella gestione di alcuni servizi.
Queste esperienze fanno paura, tanto da indurre l’esecutivo guidato da Antonis Samaras ad operare una repressione preventiva: in occasione dello sciopero del 26 la polizia è intervenuta direttamente nei quartieri per impedire alle assemblee popolari di partecipare al corteo.
Di seguito la cronaca della giornata scritta da un compagno del gruppo dei comunisti libertari di Atene.
Le foto che illustrano l’articolo sono state scattate in occasione del corteo svoltosi sabato 29 settembre nel quartiere di Aghios Dimitrios, alla cui assemblea popolare era stato impedito con la forza di partecipare al corteo. Numerosi compagni erano stati fermati e portati in questura per essere rilasciati solo nel tardo pomeriggio.
La Federazione dei sindacati greci aveva indetto sciopero generale mercoledì 26 settembre. Nella stessa mattinata anche sindacati di base, esponenti della sinistra e gruppi anarchici avevano fatto appello per un concentramento alternativo vicino al Museo Archeologico nazionale in via Patission.
Continued…
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– 2 Ottobre 2012
Bielorussia. Pavel è libero
Dopo 620 giorni in galera è stato liberato Pavel Syramolatou. È uscito il 27 settembre in seguito al perdono del padre e padrone della Bielorussia Lukaschenko. Pavel era stato arrestato il 17 gennaio 2011 con l’accusa di aver attaccato la sede del KGB di Bobruisk, un’azione di solidarietà con gli anarchici arrestati a Minsk nel settembre del 2010. Nel maggio del 2011 è stato condannato a 7 anni di prigione per distruzione di proprietà privata.
Cedendo alle dure pressioni dell’amministrazione penitenziaria aveva fatto domanda di grazia al presidente.
Restano in galera altri cinque anarchici Artsiom Prakapenka, Jauhen Vas’kovich, Ihar Alinievich, Aliaksandar Frantskievich and Mikalai Dziadok. Questi compagni sono fortemente contrari a chiedere perdono e sono disposti a scontare l’intera pena piuttosto che chiedere al presidente di essere rilasciati.
La liberazione di Pavel è il primo, piccolo, risultato della campagna di solidarietà promossa dall’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche.
Tra il 22 e il 23 settembre si sono svolte numerosissime iniziative a favore dei compagni bielorussi.
In Italia, oltre a Torino, ci sono state iniziative a Roma, Livorno, Palermo, Reggio Emilia.
In Europa ci sono stati presidi a Londra, Parigi, Berlino, Bonn, nel sud ovest della Germania,
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– 2 Ottobre 2012
Libertà per gli anarchici bielorussi
Accusati di aver attaccato il quartier generale del KGB, sei anarchici bielorussi sono stati condannati a pene tra i tre e gli otto anni.
In Bielorussia è vietata ogni tipo di associazione politica, la Federazione Anarchica è fuorilegge, chi si oppone paga con la galera.
Dopo le pressioni dell’UE il governo di Minsk ha liberato alcuni prigionieri politici, che hanno accettato di firmare una lettera di sottomissione al regime.
Gli anarchici hanno rifiutato lo scambio tra libertà a dignità.
Per approfondimenti sulla vicenda leggi qui
L’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche, ha lanciato un appello alla solidarietà.
22/23 settembre giornata di solidarietà internazionale con gli anarchici bielorussi in carcere
A Torino sabato 22 settembre
ore 10/13
presidio al Balon – via Borgodora angolo via Andreis
In Italia presidi e iniziative anche a Roma, Livorno e Reggio Emilia: qui il programma
Presidi anche a Parigi e Londra.
Per info e approfondimenti vai a questa pagina
Aggiornamento a sabato 22 settembre.
[slideshow id=4] Anche a Torino gli anarchici della FAI hanno partecipato alla giornata di solidarietà con gli anarchici bielorussi.
Manifesti affissi in città e un presidio informativo al Balon, il mercato delle pulci torinese, hanno cominciato a rompere il muro del silenzio, intorno alle vicende repressive dei nostri compagni e, più in generale, su quanto accade in un paese, che tanti dei nostri interlocutori neppure sapevano che esistesse.
Di seguito alcuni stralci del volantino distribuito.
Continued…
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– 18 Settembre 2012
No all’estradizione dell’anarchico Pjotr Silajev
I compagni della Federation Anarchiste di lingua francese ci informano che “Pjotr Silajev, scrittore antifascista ben noto in Russia, è stato arrestato il 21 agosto a Granada in Spagna, dove aveva da poco ottenuto asilo politico. Silajev è stato arrestato su richiesta della magistratura russa che aveva presentato domanda all’Interpol e alle autorità spagnole. La polizia russa lo accusa di essere uno degli organizzatori della sommossa contro l’amministrazione di Khimki nel 2010.
Nonostante il suo status di rifugiato politico Silajev si trova in prigione. Il suo avvocato ritiene che ci siano forti rischi che Pjotr venga espulso dalla Spagna, nonostante le norme internazionali sul diritto di asilo lo vietino.
Se Pjotr venisse espulso in Russia o in Finlandia, dove ha ottenuto il diritto di asilo nell’aprile di quest’anno, verrebbe sottoposto ad una forte repressione.
Pjotr è detenuto nella prigione di Soto Real a Madrid.”
Il sito anarchico finlandese Takku.net riferisce che “Pjotr è ricercato dalla polizia russa per le lotte contro la costruzione di una nuova autostrada a Khimki. Tra le tante manifestazioni c’è ne fu una che si concluse con l’assalto al municipio della città contro il quale vennero lanciate pietre e petardi.
La caccia a Silajev pare essere l’ultima risorsa dello Stato russo per bloccare le lotte nella regione. Lo scorso anno, dopo lunghi mesi di detenzione, Aleksey Gaskarov venne scagionato da ogni accusa, mentre Maxim Solopov è stato condannato a due anni per teppismo. Un terzo manifestante, Denis Solopov, ha ottenuto asilo politico in Olanda.
In agosto il sindaco di Khimki, Vladimir Strelchenko, ha rassegnato le dimissioni su pressione del nuovo governatore di Mosca. Strelchenko è sospettato di aver organizzato attacchi ai manifestanti che resistevano alla costruzione dell’autostrada.”
I compagni di Takku.net e quelli della Federation Anarquiste fanno appello alla solidarietà internazionale per bloccare l’estradizione in Russia dell’antifascista e anarchico Pjotr Silajev.
La Fédération anarchiste “condanna fermamente gli atti di persecuzione degli anarchici e degli antifascisti da parte delle autorità russe ed europee. Noi chiediamo la liberazione immediata di Pjotr Silajev.
La nostra sola arma di fronte alla violenza degli Stati è la nostra solidarietà!”
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– 17 Settembre 2012
La guerra (di classe) è pace
Il ministro Cancellieri l’ha detto chiaro: le questioni sociali si risolvono con la polizia. Il governo dei tecnici parla senza peli sulla lingua ma è disponibile al “dialogo”, purché ognuno, specie le parti sociali, facciano la loro parte. In altre parole: con oltre 150 aziende in crisi la disoccupazione è destinata ad aumentare, i servizi subiranno altri tagli e la precarietà del vivere sarà un orizzonte con il quale la maggior parte di noi dovrà fare i conti.
Ai sindacati viene affidato un compito preciso: ammortizzare il conflitto sociale, riprendendo la concertazione con le regole imposte dagli accordi – all’epoca non sottoscritti da tutti – del 28 giugno 2011. Monti l’ha detto chiaro: “serve un patto sociale”.
Il costo del lavoro deve diminuire, la produttività deve crescere, il conflitto sociale deve essere tenuto sotto controllo. In parole povere: meno salario, più orario, meno garanzie e tutti zitti, perché ci altrimenti ci pensa il ministro di polizia, che, tanto per chiarire, ha deciso di limitare le manifestazioni a Roma.
La CGIL di Camusso minaccia – ormai è una barzelletta – lo sciopero generale, ma è ormai chiaro che il sindacalismo di Stato farà la propria parte: il contratto nazionale sarà la foglia di fico: le questioni vere verranno discusse nella contrattazione aziendale.
Nel frattempo si cominciano a vedere le conseguenze della cancellazione dell’articolo 18: sei lavoratori sindacalizzati e attivi licenziati in due aziende piemontesi per ragioni “economiche”. D’altra parte il primo ministro ha avuto il coraggio di affermare che lo statuto dei lavoratori ha contribuito a diminuire l’occupazione. La neolingua della politica sta affinando i propri strumenti. La guerra di classe è sempre più pace e benessere. Per i padroni.
Ne abbiamo discusso con Francesco Carlizza.
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– 16 Settembre 2012
Gli Stati Uniti e la seduzione salafita
L’attacco al consolato statunitense a Bengasi e l’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens, uno degli uomini che più si era speso nell’appoggio alla rivolta della Cirenaica contro il governo di Muammar Gheddafi, è l’emblema delle crescenti difficoltà di Washington a gestire le relazioni con alleati, che non esitano a mordere la mano che li ha sospinti al potere.
Dalla relazione ambigua e pericolosa con il Pakistan all’appoggio ai volontari della jhad al seguito del carismatico milionario saudita Osama bin Laden, sino al pantano afgano, dove gli USA non controllano a pieno neppure il proprio uomo di paglia, l’azzimato e sfuggente Hamid Karzai, la scelta di appoggiare formazioni islamiche, sia moderate che integraliste, si è rivelata un vero boomerang per l’amministrazione oggi guidata da Barack Obama.
Il Grande Gioco del dopo muro di estendere la propria influenza nelle aree controllate dall’impero sovietico e, quindi, di contrastare regimi autoritari ma laici, non è stato giocato nel migliore dei modi dagli Stati Uniti. D’altro canto la crescente influenza cinese in Africa e in Oriente non lascia troppo spazio di manovra all’Impero americano. Un chiaro segno di decadenza.
Ne abbiamo discusso con Stefano Capello.
D’altro canto il gelido inverno che sta avvolgendo come un sudario le primavere arabe ci interroga sull’urgenza di dare linfa ad un internazionalismo degli oppressi e degli sfruttati, che sappia mettere i bastoni tra le ruote agli integralisti. Una scommessa non facile. Ne parleremo nella puntata di anarres di venerdì 21 settembre.
Posted in Inform/Azioni.
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– 15 Settembre 2012